Dall’Arrosticino al Montepulciano | Quanto pensi di essere abruzzese? Scoprilo con questo TEST, alla numero 3 cascano tutti

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Questo test è più difficile di quello che sembra: nonni e nipoti pronti a litigare. Attenzione ad alcune domande, sono tremende.
C’è una regione, nascosta tra le pieghe dell’Appennino, dove si può sciare guardando il mare, camminare tra borghi sospesi e mangiare con una mano sola perché l’altra è occupata da un arrosticino.
L’Abruzzo non ha bisogno di troppe parole, ti guarda dritto in faccia e ti dice “mo’ vedi tu”. È fiero, diretto, e talvolta spigoloso come i suoi monti, ma se ti conquista, sei fregato: non lo lasci più. Qui la gentilezza è di nome, non sempre di fatto, ma la sincerità è garantita, come la ventricina nel panino.
Ora, molti si professano amanti dell’Abruzzo. Qualcuno ci viene in vacanza, altri dicono di conoscerlo perché una volta hanno mangiato un timballo fatto dalla zia del cugino. Ma sei davvero abruzzese? Per scoprirlo, mettiamoti alla prova.
Le prime domande del test
Ti emozioni quando senti “arrosticino” oppure lo immagini servito con posate e piattino da finger food? Perché se non ti sporchi le mani e non ti bruci almeno un dito sul ferro, forse sei più milanese che marsicano. E “cafon’”?
Lo usi solo per insultare o sai che, detto con tono affettuoso, è come dare una pacca sulla spalla in dialetto? Il Montepulciano, poi, per te è un vino o un comune in Toscana? Se lo chiedi con lo stesso entusiasmo di chi ordina un prosecco, mi sa che non sei dei nostri.

Quanto pensi di essere abruzzese? Queste ultime domande sono difficili
E se un giorno passeggiando tra i boschi del Gran Sasso ti appare un lupo, chiami subito i carabinieri forestali o ti fermi a guardarlo con rispetto, quasi fosse un cugino selvatico che ha scelto un’altra strada? Infine, quando pensi al mare, ti viene in mente la costa dei trabocchi o cerchi disperatamente un lido con ombrelloni arancioni e DJ set all’ora di pranzo?
Se leggendo queste domande hai sorriso, sbuffato e ti è venuta voglia di “nu piatt’ di pasta alla chitarra”, beh, complimenti: sei abruzzese. Forse non di nascita, ma sicuramente di stomaco, spirito e caparbietà. E se hai fallito? Torna. L’Abruzzo perdona. Ma prima, mangia. Insomma, anche chi non è realmente del posto può senza problemi recarsi ed essere accolto con grande affetto.