Famosa come la VERSAILLES DI SICILIA, è l’ennesimo tesoro dell’isola | Centro urbano unico al mondo: il sindaco ne va fiero

Versailles - foto flickr - trs98.it
La Francia ne è consapevole, questa località non si batte. Turisti da tutto il mondo affollano stradine e piazze, Lady Oscar ne sarebbe fiera.
Senza ombra di dubbio possiamo affermare che Versailles non è una città. È un’esagerazione ben riuscita. È come se Luigi XIV, svegliandosi un mattino, avesse deciso: “Voglio vivere in una metafora di me stesso.” Et voilà: nacque il palazzo più vanitoso d’Europa, il trionfo del barocco con sindrome di grandezza.
Perché il Re Sole non voleva solo una residenza. Voleva un universo con la sua corona al centro. Camminando per i corridoi dorati di Versailles, si ha la netta sensazione che ogni specchio, statua e lampadario sussurri: “Qui regnava uno che non faceva le cose a metà.” Il Salone degli Specchi, per esempio, non riflette solo le immagini, ma anche l’ego del monarca.
Fuori, i giardini sono un’opera d’ingegneria botanica talmente perfetta che anche le foglie sembrano posarsi in fila per due. Fontane coreografate, siepi scolpite meglio di certi tagli di capelli e laghi rettangolari come se la natura fosse stata troppo disordinata per i gusti reali.
Versailles-Reggia di Caserta: chi vince?
D’altronde si è sempre parlato del dualismo che lega Versailles alla Reggia di Caserta? Ma quale tra le due è più grande? Rullo di tamburi… A vincere è la nostra Reggia. Le dimensioni parlano chiaro anche se quella francese ha pur sempre il suo fascino intramontabile.
Ma Versailles non è solo estetica. Essa è anche politica travestita da marmo. Era il reality show ante litteram dove nobili e cortigiani vivevano sotto l’occhio vigile del re, tra una festa e un pettegolezzo. D’altronde, se non puoi controllare il popolo, controlla l’aristocrazia con musica barocca e serate in parrucca. In Sicilia, ad esempio, vi è la sua gemella.

La Versailles di Sicilia: una meraviglia
Si tratta della splendida Noto, la Versailles di Sicilia. Sotto il sole siciliano, questa città fa sì che il barocco trovi la sua seconda giovinezza. Noto, ricostruita dopo il terremoto del 1693, è così bella e simmetrica che sembra disegnata con il righello da un architetto innamorato.
Chiese, balconi e palazzi che fanno girare la testa come un buon Nero d’Avola. Non è solo arte: è teatro a cielo aperto. E sì, anche lì il sole ha un trono tutto suo. Andateci quest’estate e vi accorgerete dell’ennesimo tesoro siciliano.