SPID resta: convenzione rinnovata per 5 anni, ma potrebbe arrivare il pagamento

SPID resta: convenzione rinnovata per 5 anni, ma potrebbe arrivare il pagamento

Sistema Pubblico di Identità Digitale - fonte_Wikipedia.org - TRS98.it

Sistema Pubblico di Identità Digitale – fonte_Wikipedia.org – TRS98.it

Il sistema SPID non va in pensione: la convenzione è stata rinnovata per altri cinque anni. La novità potenziale è l’introduzione di un contributo a carico degli utenti per coprire i costi dei gestori. Ecco cosa cambia davvero per cittadini, PA e imprese.

Cosa significa il rinnovo: continuità dei servizi digitali e rapporto con CIE

Il rinnovo quinquennale della convenzione garantisce che lo SPID, usato da milioni di cittadini per accedere a INPS, Agenzia delle Entrate, Fascicolo Sanitario, bonus e bandi, continui a funzionare senza interruzioni operative. In pratica, username, password e secondo fattore restano validi come oggi, così come l’accesso alle app e ai portali della Pubblica Amministrazione e dei privati accreditati. Il contesto, però, è diverso da quello della nascita del sistema: sul tavolo c’è la coesistenza con la CIE digitale e con i progetti europei dell’eIDAS wallet, che spingono verso un’identità elettronica più integrata a livello UE. Il rinnovo non spegne SPID, ma lo colloca in una fase di transizione “guidata”, in cui l’identità digitale resta disponibile mentre si lavora a interoperabilità e standard comuni.

Per il cittadino, questo significa continuità nell’uso quotidiano e una maggiore flessibilità nella scelta delle credenziali. La PA, da parte sua, può programmare con orizzonte medio i propri servizi, evitando costosi switch d’emergenza e mantenendo la compatibilità con le piattaforme esistenti. Le imprese che integrano SPID nei propri flussi (onboarding, firma, verifiche di età o residenza) preservano la user experience a cui hanno abituato gli utenti, senza dover riprogettare login e autorizzazioni nel breve periodo.

Il punto strategico è la governance: il rinnovo consolida il perimetro giuridico e tecnico entro cui operano i gestori di identità e gli aggregatori, offrendo un quadro di incentivi più chiaro per mantenere livelli di sicurezza, continuità e supporto. In parallelo, si aprono tavoli per allineare SPID con le evoluzioni europee dell’identità e dei portafogli digitali, così da evitare duplicazioni e sfruttare gli investimenti già fatti da Stato e provider.

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Possibile contributo a carico degli utenti: perché si parla di pagamento e come orientarsi

La novità che fa discutere è l’ipotesi di introdurre un pagamento per SPID. Finora il servizio è stato a costo zero per gli utenti finali nella grande maggioranza dei casi, con i gestori che reggevano il modello su convenzioni e ricavi indiretti. Con l’aumento degli oneri di sicurezza, dei controlli anti-frode e dell’assistenza, la sostenibilità economica spinge verso una quota annuale o un contributo una tantum in alcune casistiche (ad esempio per il rilascio o per upgrade di sicurezza). Nulla cambia immediatamente alla tua esperienza di accesso: l’eventuale tariffa dovrà essere definita, comunicata con trasparenza e accompagnata da modalità alternative gratuite o agevolate per categorie fragili.

Come orientarsi, dunque, se arrivasse il contributo? La prima regola è valutare il valore d’uso. Se usi SPID regolarmente per dichiarazioni, pratiche sanitarie, pagamenti e istanze, l’identità digitale resta un servizio essenziale e un costo modesto può essere giustificato dal risparmio di tempo e di spostamenti. In secondo luogo, confronta SPID con la CIE: la Carta d’Identità Elettronica abilita accessi di pari livello di sicurezza, ma richiede in molti casi l’uso del PIN e di un lettore NFC o di uno smartphone compatibile; se preferisci la semplicità di username + OTP, SPID può restare più comodo, specie su PC.

Un altro aspetto riguarda la sicurezza. Se verrà introdotta una tariffa, è verosimile che si accompagni a requisiti più stringenti su autenticazione forte, monitoraggio delle anomalie e canali di recupero credenziali più robusti. Per l’utente, questo si traduce in minori blocchi per frodi e in un supporto clienti più rapido nei casi di furto di identità o smarrimento dei fattori. In termini pratici, tieni a portata i dati di contatto del tuo gestore, verifica che l’email e il numero di telefono associati a SPID siano aggiornati, e attiva le notifiche di accesso per intercettare tentativi sospetti.

Dal lato delle amministrazioni, l’eventuale contributo impone un’attenzione alla non discriminazione: canali fisici assistiti, sportelli digitali, voucher o esenzioni per chi ha redditi bassi o disabilità sono strumenti per mantenere inclusivo l’accesso ai diritti. Per le imprese, il quadro di costi più chiaro può facilitare offerte “bundle” con firma elettronica, onboarding certificato e verifiche KYC, migliorando la qualità dei processi senza scaricare complessità sugli utenti finali.

Guardando avanti, la traiettoria è di convivenza tra SPID e CIE, con un progressivo allineamento agli standard europei. La parola chiave è interoperabilità: poter usare le stesse credenziali in più Paesi UE e in più servizi, pubblici e privati, senza attriti. Il rinnovo quinquennale evita il “salto nel buio” e consente di progettare questa convergenza con tempi realistici, salvaguardando sicurezza, continuità e investimenti già effettuati.

SPID resta e continua a funzionare come oggi, ma lo scenario economico potrebbe portare a un contributo per garantire qualità e sicurezza del servizio. Per i cittadini è il momento di mettere ordine alle proprie credenziali, aggiornare i contatti, conoscere alternative e scegliere in base all’uso reale. Per PA e imprese è l’occasione di pianificare servizi digitali più stabili, inclusivi e allineati agli standard europei. La trasformazione dell’identità digitale, insomma, non si ferma: si organizza, con l’obiettivo di essere più affidabile, sicura e semplice per tutti.