Circondato da montagne abruzzesi si erge il BORGO DEL FORMAGGIO | Qui lo mangi a tutte le ore, guai a rifiutarlo in trattoria

Formaggio - foto flickr - trs98.it
Il formaggio è buono e lo si sa, ma qui guai a rifiutarlo. La si considera quasi la patria italiana casearia. Insomma, provare per credere.
Quando si pensa all’Italia non si può non pensare anche al cibo straordinario. L’Italia è lunga, stretta e straordinariamente piena di formaggi. Dalle Alpi alla Sicilia, ogni regione ha la sua specialità casearia che spesso divide le famiglie più di una partita Juve-Inter. Se credete che il formaggio sia solo qualcosa da mettere sulla pasta, preparatevi a un’odissea di sapori, puzze e godimenti vari.
Cominciamo dal nord. Il gorgonzola, il re delle muffe, si presenta cremoso e minaccioso, capace di profumare un frigorifero anche chiuso con doppio lucchetto. I lombardi lo adorano, i francesi lo rispettano e i vegetariani lo evitano, ma solo per paura di diventare dipendenti.
Scendendo, incontriamo l’Asiago, formaggio tuttofare, che si spalma, si affetta, si grattugia, si ama. È come l’amico affidabile, magari non ti fa impazzire, ma non ti tradisce mai.
I formaggi del nostro Paese
Il parmigiano reggiano, invece, è il Brad Pitt dei formaggi. Maturo, affascinante, sempre sulla bocca di tutti. E con il prezzo che ha raggiunto, c’è chi ci fa il mutuo. Ogni scaglia è un concentrato di umami e orgoglio emiliano. Poi c’è il pecorino romano, che, nonostante il nome, è più sardo che capitolino. È duro, salato e perfetto per scatenare risse sulla carbonara: grana o pecorino? Lì si gioca tutto.
E non possiamo dimenticare il caciocavallo, appeso a testa in giù come se fosse in punizione, ma dentro morbido, filante, irresistibile. In Calabria lo fanno piccante come una soap opera sudamericana. Infine, per chi ama i sapori estremi, esiste il casu marzu: formaggio sardo coi vermi. Sì, vivi. Ma in Abruzzo invece? Scopriamo subito questa chicca italiana nel mondo.

Il borgo del formaggio in Abruzzo: che bontà!
Nella splendida regione abruzzese vi è un comune che non tutti conoscono, Opi. Qui si produce un pecorino che ha la consistenza della poesia e l’aroma della montagna vera. La gente viene da lontano per assaggiarlo, e molti lo definiscono “il borgo del formaggio”.
Sarà il latte, sarà l’aria, sarà che a Opi il tempo si è fermato ma quel pecorino, giuro, ti cambia l’umore. Ad ogni modo, se non avete ancora fatto progetti per il ponte del 2 giugno, questa potrebbe essere la meta ideale.