AGRIGENTO – Costituzione azienda idrica consortile: è fumata nera

L ‘Assemblea territoriale idrica si è riunita ieri pomeriggio in presenza per scegliere, tra i 18 nomi, i tre componenti del Consiglio di Amministrazione della struttura che guiderà l’acqua pubblica in provincia.

Nulla di fatto, alcuni sindaci hanno lamentato di non aver ricevuto la lista dei nomi, e dunque la seduta, preso velocemente atto dei “curricula” ad oggi pervenuti, è stata rinviata a mercoledì 7 luglio. Durante la seduta è stata scelta la denominazione della “consortile” che è “AICA”, Azienda Idrica Comuni Agrigentini.

Non siamo riusciti ad arrivare ad una conclusione, un po’ perché i curricula sono arrivati oggi, un po’ perché ancora una volta sembra che la politica voglia prendere il sopravvento su scelte che, invece, devono basarsi sulla meritocrazia. La politica deve stare lontano dalla gestione del servizio idrico nella nostra provincia”.

Lo ha dichiarato la deputata regionale e sindaco di Montevago Margherita La Rocca Ruvolo a margine dell’assemblea dell’Ati idrico di Agrigento chiamata a individuare i curricula dei componenti del consiglio di amministrazione della nuova società consortile idrica. “La nostra provincia – ha aggiunto La Rocca Ruvolo – sta attraversando uno delle crisi più difficili che tocca il bene vitale, l’acqua. Vi erano già due curricula che potevano essere presi in considerazione e dare seguito, ma altri hanno sostenuto che la terna deve essere al completo”.

La Rocca Ruvolo ha ancora aggiunto: “Non siamo riusciti ad arrivare ad una conclusione, un po’ perché i curricula sono arrivati oggi, un po’ perché ancora una volta sembra che la politica voglia prendere il sopravvento su scelte che, invece, devono basarsi sulla meritocrazia. La politica deve stare lontano dalla gestione del servizio idrico nella nostra provincia”.

Ma a minare i già precari equilibri che tengono in vita l’efficienza del sodalizio che garantisce l’acqua in provincia e nella città capoluogoè il commissario Gervasio Venuti che interviene con un documento inviato alle massime autorità provinciali subito dopo la decisione del Tribunale fallimentare di qualche giorno fa che impone a Girgenti acque alcune prescrizioni, ossia l’esborso di somme esorbitanti per pagare debiti pregressi. Decisioni che per Venuti “presentano immediatamente profili di incompatibilità con la continuità del servizio pubblico essenziale”.

Insomma c’è il rischio fondato che non venga più erogata l’acqua nelle case delle famiglie di quasi tutta la Provincia.

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