Il commissario di Stato stronca l’Ars no a coppie di fatto e “salva petrolieri”

Il prefetto Carmelo Aronica, nella sua veste di commissario dello Stato, ha impugnato 33 dei 50 articoli della legge di stabilità approvata dall’Assemblea regionale lo scorso 15 gennaio. Tra quelle bocciate, la norma sulle coppie di fatto, che estendeva agevolazioni, benefici e contributi previsti per la famiglia anche alle coppie di fatto e ai nuclei monoparentali, che avrebbero avuto anche gli stessi diritti in tema sanitario.

La scure ‘cassa’ alcune delle norme volute con forza dal presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta: tra queste, oltre alle coppie di fatto, anche il reddito minimo con un assegno previsto di 400 euro al mese per le famiglie povere con uno stanziamento di 15 milioni di euro, il recupero nei centri storici di edifici da assegnare agli indigenti e l’integrazione socio-sanitaria.

Tra le norme della manovra impugnate dal commissario c’è anche l’articolo cosiddetto “salva petrolieri“, con la riduzione dal 23 al 13 per cento delle aliquote sulle estrazioni. Secondo il commissario dello Stato manca la copertura per il taglio delle royalties. Inoltre c’è una previsione di incassi, “aumentata a 15 milioni”, che “risulta inspiegabile”.

Stop pure all’articolo 17, la cosiddetta ‘mini-tabella h‘, che finanzia con 262 milioni di euro alcune norme di spesa, enti e associazioni. Tra le norme della finanziaria che invece passano il vaglio del commissario dello Stato c’è la proroga e la stabilizzazione dei contratti dei 24 mila precari dei Comuni siciliani. La norma era stata inserita nella manovra a conclusione di un lungo confronto tra il ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero D’Alia e il governo Crocetta. Salvi anche i trasferimenti a Comuni e Province e per il settore del trasporto pubblico.

CROCETTA NON CI STA. Per Crocetta l’impugnativa del commissario dello Stato sulle coppie di fatto “è ideologica, conservatrice, discriminatoria e incoerente rispetto alla direttive europee. Stiamo valutando la possibilità di appellarci alla Consulta e alla Corte di giustizia europea”. Il presidente della Regione parla di “crudeltà sociale” da parte di Aronica.

Secondo il governatore però “la finanziaria regge nelle cose che ci interessano, penso al taglio del numero di società partecipate e alla riforma dei consorzi di bonifica”. Crocetta parla di “risposte parziali sui precari”.

Per Crocetta l’impugnativa “riduce l’intervento a una manovra depressiva sul piano economico, che impedisce alla Regione di mettere in campo le azioni di sviluppo e di solidarietà nei confronti dei giovani e degli svantaggiati”. Crocetta annuncia l’intenzione di “aprire una vertenza col governo Letta per varare leggi che consentano alla Sicilia di uscire dall’abisso in cui è stata trascinata in questi anni”.

DUE SOLUZIONI. A questo punto il governo si trova di fronte a due soluzioni, promulgazione della finanziaria senza le parti impugnate con un ordine del giorno da votare in aula o andare allo scontro di fronte alla Corte costituzionale, pubblicando la legge in Gazzetta con le parti cassate dall’ufficio del commissario dello Stato. La conferenza dei capigruppo aveva già fissato per domattina, alle 11, una apposita seduta parlamentare, con all’ordine del giorno “comunicazioni in ordine all’eventuale impugnativa del commissario dello Stato sui disegni di legge di bilancio e di stabilità della Regione”.

“TORNIAMO AL VOTO”. Per il Movimento 5 stelle all’Ars “la sonora bocciatura del Commissario dello Stato, che ha praticamente stroncato la finanziaria, è la certificazione della totale incapacità di questo governo di legiferare. Preso atto di ciò e del fatto che il Pd ha voltato le spalle all’esecutivo, si dica chiaramente ai siciliani che è ora di tornare subito al voto”.

“In diverse occasioni – affermano i parlamentari – abbiamo definito la manovra completamente inadeguata sotto tutti i punti di vista. L’unica cosa che ci consola e di cui andiamo fieri è che parecchie delle norme proposte da noi non sono state impugnate. E c’è di più: se fossero passati alcuni nostri sub emendamenti il disastro poteva essere contenuto. Ci riferiamo ad alcune norme sui forestali”. Tra le tantissime note negative, una nettamente positiva per i deputati Cinquestelle è quella della bocciatura della norma salva-petrolieri, che abbassava le royalties sulle estrazioni di idrocarburi.

L’ATTACCO DEL CENTRODESTRA. Dura la reazione del centrodestra alla notizia dell’impugnativa: “Nessuno pensi che ci sia esultanza per l’impugnativa del 70% della manovra finanziaria. E’ una sconfitta per il Parlamento siciliano, una pesante umiliazione per la becera politica clientelare del governo Crocetta”. Pdl-Fi, Pdl-Ncd, Mpa-Pds, Pid-Gs e lista Musumeci in conferenza stampa parlano di “pessima qualità delle norme votate”.

“Crocetta – dice il capogruppo della lista Musumeci, Santi Formica – si dovrebbe dimettere, se ci fosse un minimo di serietà. Il commissario dello Stato non ha bocciato norme introdotte dal Parlamento, ma l’intera manovra portata in aula dal governo regionale”.

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