LICATA – Le case crollano, la città di più. L’editoriale di Vincenzo Montana

Certamente, per i molti giovani che andranno oltre lo Stretto in cerca di fortuna e opportunità, da oggi sarà più facile far capire la città d’origine. Siamo di Licata, il miracolo serie B, l’incubo di una casa fatta costruire, fatta crescere manco fosse un bambino e poi ammazzata, i figli son sempre figli. Anche se si alzano alle due del pomeriggio e non vogliono lavorare. Licata esce con le gambe spezzate da questa vicenda, tocca il punto più basso in assoluto, tanto per la gravità dei fatti quanto per la mancanza reale di una percezione futuristica e di progresso. Totale assenza di un concetto semplicistico ma nel contempo complesso come la notte prima dell’esame. La nozione è quella di mediaticità. Tv, radio, giornali, i mass media sono il quarto potere dello Stato, una notizia non sarebbe tale se non stampata a grandi lettere su di un giornale ma attenzione: i media possono essere letali, ti fanno la corte, ti lusingano, poi ti lasciano perché sei solo un numero. Un qualsiasi numero per fare alzare gli ascolti e incrementare le vendite inserzionistiche, nulla di più. Licata è apparsa in forma sbagliata e negativa sui media nazionali, paradossalmente la colpa della politica locale è questa, togliendo il peccato originale, ovvio. A Licata non si viene per speculare giornalisticamente e mediaticamente, o vieni, ti informi per bene, restando in città il tempo che serve e leggendoti tutte le carte una ad una, oppure la mia città non permetterti di offenderla, rispettala io ci sono nato e ci vivo: è questo il messaggio che doveva essere dato ai media nazionali. La stampa faziosa che non si limita al racconto dei fatti è come una benda agli occhi. Le sentenze vanno rispettate, naturalmente. Forse a quelle sentenze proprio non si doveva arrivare, ma è discorso ampio e diverso. La casa però rimane il centro dei sacrifici di una vita, non diciamo scemenze. Se preferite cazzate confuse con false moralizzazioni e filosofia buttata lì come fosse salsa rosa, che fa male ma anche per questo piace di più. Chi ha permesso anni e anni addietro di costruire? Qualcuno avrà permesso o non avrà battuto ciglio vedendo costruire no? Appare ovvio questo. Le soluzioni non competono a chi scrive che però vuole sottolineare come Licata scarseggi in senso di appartenenza e attaccamento alla terra. Il licatese vive con distacco i problemi degli altri, si va bene mi dispiace, ti voglio bene e amen. Licata è di tutti, la città è di chi ci vive e di chi, vorrebbe continuare e tornare a farlo con costruttività e spirito positivo. Perché il domani è oggi e non può aspettare, siamo già in ritardo. Abbiamo perso tutti i treni. Noi una stazione manco possiamo più vantarla. Vogliamo fare turismo senza una ferrovia degna di questo nome, vogliamo valorizzare i nostri prodotti agricoli e non facciamo arrivare un euro di risarcimento per i produttori colpiti dalla tromba d’aria del 10 ottobre 2015. I pescatori sono disperati e il mare è cementificato. Licata è l’unica città forse al  mondo a non avere quello che viene definito “ lungo mare”. Non esiste. Siamo un albero bello a vedersi senza frutto. Siamo una città profondamente indietro culturalmente. Altro che fibra e internet super veloce, qui manca il pane. La materia prima potrebbe essere l’investimento sulla cultura, chi sa, sceglie e chi sceglie può anche sbagliare( a votare ad esempio, ma sbaglia con la sua testa). Licata indietreggia giorno dopo giorno, non esistono più gli scambi culturali e sociali, non  esiste dialogo, non esistono circoli ricreativi, non esiste, di riflesso, il confronto: unico strumento che può anche farti sbattere ma certamente ti aiuta, e molto, nel percorso di crescita. Dovremmo vivere di Rosa Balistreri, L’opera dei Pupi, il mare, la terra, e invece spediamo cartoline in bianco e nero senza forse più speranza di colorare. E poi la politica, già la politica. Dannarsi per il posto da consigliere comunale, valere per quanti voti si ha, sbracciarsi per un assessorato o robe “ di potere”. Ma quale potere? Quale? Il potere sta altrove, qui serve carisma, lealtà e capacità. Non contesto per nulla il sindaco Cambiano che personalmente ho imparato a conoscere, contesto il sistema di una città che deve riprendersi se stessa, deve lottare per vincere principalmente la battaglia contro se stessa. Licata deve tornare ad essere semplicemente se stessa, noi tutti dobbiamo fare la nostra parte. Ai giovani bisogna far capire che Licata è la migliore città del mondo se ci si comporta da cittadini migliori del mondo. Spero che la mia città venga rispettata. Io continuo a crederci. Onore a chi lotta per quello che ritiene giusto, io da giornalista e anche da editore della radio locale mi impegnerò sempre per far parlare anche chi, in genere, viene zittito. Radio Azzurra è di tutti senza se e senza ma.  Come sempre. Licata ridiventerà Licata, io ci credo ancora.

Vincenzo Montana

Vincenzo Montana Editore Radio Azzurra Licata sui 106 nelle province di Ag- Cl- En
Vincenzo Montana Editore Radio Azzurra Licata sui 106 nelle province di Ag- Cl- En
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