Monta la protesta di allevatori e agricoltori
Parte da Poggioreale, nel
Trapanese, la protesta dei pastori siciliani contro il prezzo del latte. Sulle
orme di quanto accaduto in Sardegna dove migliaia di pastori sono scesi in piazza
per versare migliaia di litri di latte, venerdì mattina, un centinaio di
allevatori sono arrivati dalle province
di Trapani, Palermo e Agrigento, per manifestare lungo la statale 624
Palermo-Sciacca, rovesciando per strada 3000 litri di latte.
“Abbiamo gli stessi problemi dei nostri colleghi sardi – ha detto Domenico
Bavetta, portavoce della protesta – con il nostro latte viene fatto il pecorino
romano, eppure il nostro prodotto viene pagato pochissimo, appena tra i 62 e i
67 centesimi, mentre dall’altro lato il latte in polvere viene importato
dall’estero”. La protesta, nata sui social, ha raccolto numerose adesioni,
soprattutto nell’area del Belice, così
come anche nei monti sicani. A Santo Stefano Quisquina il caso ha coinvolto
l’amministrazione comunale che in comunicato ha dimostrato solidarietà ai
pastori, condividendo le ragioni della protesta. Il paese montano, fra l’altro, fa parte del circuito “Le vie dei
formaggi” . L’altra protesta, che ha visto protagonisti gli agricoltori
che hanno subito danni dal nubifragio ed elevato costo dell’acqua per irrigare,
sempre nella giornata di ieri, si è svolta a Sciacca con il concentramento
davanti allo stadio e poi la sfilata dei mezzi per il centro cittadino prima di
raggiungere Menfi per un sit-in davanti alla sede del consorzio di
bonifica ed a Ribera con una riunione in
Municipio e la decisione che gli
agricoltori, con i rappresentanti delle organizzazioni professionali di
categoria , seguiranno, lunedi 18 febbraio , i sindaci convocati a Palermo dal
presidente della Regione, Nello Musumeci. Sale il livello della protesta del comparto agricolo che comprende Ribera, Sciacca, Burgio,
Calamonaci, Caltabellotta, Lucca Sicula,
e Villafranca Sicula. Musumeci ha convocato i Sindaci per affrontare il
tema dei danni causati dall’alluvione
del 2 e 3 novembre dello scorso anno al comparto agricolo, ma le
organizzazioni professionali agricole vogliono allargare il campo alla
questione del costo dell’acqua per uso irriguo e della quota per la bonifica. Non
si più chiedere un aumento, per quanto riguarda la bonifica, dal 2013 al 2019,
partendo da 20 a
85 euro a ettaro. C’è una diversità nel trattamento anche rispetto ad altre
zone della Sicilia. Per quanto riguarda l’acqua, invece, la Regione ha cercato di
capire le ragioni della impossibilità degli agricoltori a sostenere il costo,
cercando di sopperire agli aumenti facendo pagare 19 centesimi al metro cubo. Dal
2016 c’è un aumento. Non si può pagare l’acqua a 23 centesimi è il grido di
allarme perché questo stride con le condizioni del settore agricolo. Intanto, l’avvocato
Santo Botta di Menfi ha fatto sapere di avere ricevuto incarico da agricoltori di
impugnare le cartelle esattoriali notificate da Riscossione Sicilia per conto del Consorzio di Bonifica.