La commissione nazionale di garanzia presieduta dall’europarlamentare, Luigi Berlinguer, ha esaminato il caso Megafono. E ha deciso nel rispetto del voto della direzione regionale ha ribadito: la doppia militanza è incompatibile. Riunione convocata a Roma questo pomeriggio era all’ordine del giorno il contenuto dell’esposto del senatore Wladimiro Crisafulli che contestava la doppia militanza in Pd e Megafono, il movimento del presidente della Regione nato per sostenere la candidatura dello stesso governatore alle regionali dell’ottobre scorso e supportato la candidatura di Pierluigi Bersani a premier alle scorse politiche di febbraio.

Lo scorso sabato, la direzione regionale del Pd ha votato per il divieto della doppia militanza nel partito democratico e nel movimento del Megafono scatenando la reazione del presidente Crocetta che ha indicato in questa volontà, l’obiettivo di porre un freno alla sua azione di governo.

Questo pomeriggio, a margine di una conferenza stampa sui temi della sanità, Crocetta ha insistito: “Mi aspettavo una telefonata da Epifani. Ma loro sono impegnati in questa lotta infinita tra correnti e probabilmente non piacciono coloro che vogliono guastare il gioco. Dovremmo assistere in silenzio al giochetto delle correnti, ma mi oppongo a questa logica”.

la commissione di garanzia quindi ha deciso. Questo il testo del documento stilato e approvato questa sera:

 

La Commissione nazionale di garanzia, riunita il 23 luglio 2013,
esaminati  i ricorsi riguardanti  il movimento siciliano “ Il Megafono” e la documentazione in atti;
– acquisite  le note:
1) del sen. Lumia inviata a questa Commissione ;
2) dell’on. Crocetta  inviata al presidente Luigi Berlinguer;
3) del responsabile di organizzazione Davide  Zoggia e del segretario regionale dell’Unione Siciliana  Giuseppe Lupo inoltrate in risposta alle richieste di questa Commissione;
4) il deliberato della Direzione regionale siciliana del Pd  del 20 luglio u.s.;
– visto lo Statuto nazionale e in particolare  gli articoli 2 comma 9  e art 22 comma 1; il  Codice etico punto 4 ; il Regolamento delle commissioni di garanzia art. 11 comma 5; il Regolamento  finanziario nazionale art.4 e 7;
– rilevato che:
– dalle note succitate non risultano esistere accordi o intese tra il Pd e il Megafono,  che possano consentire agli iscritti del Pd di far parte di altri movimenti politici o agli eletti  di aderire a gruppi consiliari diversi dal Pd stesso;
– né ad iscritti  che ricoprano incarichi istituzionali né  ad  eletti  nelle liste del PD è consentito sottrarsi  al dovuto versamento al  Partito  dei contributi così come previsto da Statuto e Regolamento finanziario ;
fermo restando  che:
– è nella natura stessa del partito allargare le sue iniziative ,  aumentare  i  suoi contatti con la società e i suoi movimenti, favorire la partecipazione democratica, e, in particolari momenti elettorali, la convergenza di più culture  per il successo delle proprie liste, nel rispetto delle norme statutarie e sulla base di accordi politici;
–  rafforzare la  struttura e  la presenza del partito nella società è la sostanza del prossimo congresso del Pd;
ritiene che l’esistenza di episodi  e di presenze  collaterali al partito non possa trasformarsi in una organizzazione di  iscritti e in una strutturazione parallela articolata, finalizzata ad una presenza permanente sulla scena politica che risulterà e risulterebbe  alternativa  e contraria alle normative che disciplinano la vita interna del Pd .
Ritiene infine  che l’opera  di rinnovamento e di affermazione dei principi etici che devono informare la vita del partito e la necessaria leale collaborazione non possa essere favorita da formulazioni assolute e indiscriminate di denigrazione e di accusa rivolte al Partito  e ai suoi dirigenti.