Ndrangheta e appalti truccati,coinvolti anche 4 imprenditori agrigentini
Un cartello criminale composto da imprenditori e funzionari pubblici per pilotare gli appalti e agevolare le cosche della ‘Ndrangheta. Lo ha scoperto la Guardia di Finanza che sta eseguendo decine di arresti in diverse regioni italiane. L’indagine, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, ha preso di mira i profili imprenditoriali dei Piromalli, la cosca che opera nella Piana di Gioia Tauro. I finanzieri stanno eseguendo anche sequestri di beni e imprese per oltre 103 milioni.
I provvedimenti cautelari e i sequestri, nei quali sono
impegnati circa 500 finanzieri dei comandi provinciali e dello Scico,
sono scattati in Calabria, nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro,
Cosenza e Vibo Valentia, in Sicilia tra Messina, Palermo, Trapani e
Agrigento, in Campania – a Benevento e Avellino -a Milano e Brescia in
Lombardia e ad Alessandria, Gorizia, Pisa, Bologna e Roma.
L’operazione, coordinata dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni
Bombardieri e denominata ‘Waterfront’, è l’epilogo delle indagini sull’
ala imprenditoriale dei Piromalli. Dagli accertamenti, infatti, è emersa
l’esistenza di un cartello composto da imprenditori e pubblici
ufficiali ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per
delinquere finalizzata alla turbativa d’asta aggravata dall’agevolazione
mafiosa, frode nelle pubbliche forniture, corruzione ed altri reati.
Sono 11 i funzionari pubblici coinvolti.
I provvedimenti cautelari e i sequestri, nei quali sono impegnati circa 500 finanzieri dei comandi provinciali e dello Scico, sono scattati in Calabria, nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia, in Sicilia tra Messina, Palermo, Trapani e Agrigento, in Campania – a Benevento e Avellino -a Milano e Brescia in Lombardia e ad Alessandria, Gorizia, Pisa, Bologna e Roma.
Gli agrigentini coinvolti sono: gli imprenditori di Cammarata Francesco Migliore, 60 anni, e Filippo Migliore, 50 anni (ex presidente del Kamarat calcio ed ex consigliere comunale), e gli imprenditori di Santo Stefano Quisquina Alessio La Corte, 36 anni e Vito La Greca, 39 anni. Tutti sono, appunto, secondo quanto rende noto la Guardia di finanza, agli arresti domiciliari.
L’operazione, coordinata dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e denominata Waterfront, è l’epilogo delle indagini sull’ ala imprenditoriale dei Piromalli. Dagli accertamenti, infatti, è emersa l’esistenza di un cartello composto da imprenditori e pubblici ufficiali ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta aggravata dall’agevolazione mafiosa, frode nelle pubbliche forniture, corruzione ed altri reati. Sono 11 i funzionari pubblici coinvolti.