Due naufragi al largo Lampedusa: oltre 30 migranti dispersi

Sono terminate le operazioni di recupero dei 34 migranti, fra cui 6 donne, che per 36 ore sono rimasti bloccati sulla scogliera di Capo Ponente a Lampedusa dove venerdì scorso, dopo aver urtato gli scogli, è naufragato il barchino sul quale viaggiavano. Tre le donne portate al Poliambulatorio, ma nessuna è in gravi condizioni.

A recuperare il gruppo è stato il soccorso alpino e speleologico siciliano con l’82esimo Csar dell’Aeronautica militare e i vigili del fuoco “VF 145” in servizio al reparto Volo di Catania. Tanto i tecnici del Sass e dell’Aeronautica, quanto i vigili del fuoco, si sono calati col verricello e hanno imbarcato tutti i 34 migranti che sono stati portati all’aeroporto di Lampedusa. A coordinare le operazioni di salvataggio è stata la Questura di Agrigento, con un funzionario presente sul posto: il vice questore Cesare Castelli. Trentuno dei migranti, dopo un primo triage sanitario, sono stati già accompagnati all’hotspot di contrada Imbriacola. Lì verranno portate anche le tre donne non appena dimesse dal pronto soccorso. Lo sforzo dei soccorritori è stato grande perché sull’isola ha continuato a soffiare un forte vento di maestrale. I profughi hanno detto di essere originari da Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Nigeria e di essere partiti da Sfax giovedì notte.

Sono due i naufragi avvenuti nelle ultime ore al largo di Lampedusa, con una trentina di dispersi.La prima carretta con 48 persone, partita da Sfax in Tunisia, sarebbe colata a picco un paio d’ore prima rispetto a quando i militari della Guardia costiera hanno intercettato, a circa 23 miglia Sud-Ovest da Lampedusa, le persone in mare. I superstiti hanno parlato di tre dispersi: una donna e due uomini. I 14 naufraghi della seconda imbarcazione, anch’essa salpata da Sfax giovedì scorso, hanno sostenuto di essere partiti in 42. All’appello mancherebbero dunque altre 28 persone. Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Agrigento cercheranno di sentire nuovamente i sopravvissuti, 47 uomini e 10 donne, tutti sotto choc, per cercare di ricostruire cosa sia accaduto. 

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