“Faida di Palma di Montechiaro”: chiesti 2 ergastoli e 8 condanne

Il sostituto procuratore Gloria Andreoli ha avanzato dieci richieste di condanna nei confronti degli imputati coinvolti nella cosiddetta “Faida di Palma di Montechiaro”, una vera e propria guerra tra due famiglie sfociata in due omicidi. Per Ignazio Rallo e Roberto Onolfo – le figure principali dell’inchiesta – il pubblico ministero ha chiesto il massimo della pena: l’ergastolo. 

Queste nel dettaglio le richieste di condanna: Ignazio Rallo (ergastolo); Roberto Onolfo (ergastolo); Giuseppe Rallo (2 anni); Pino Azzarello (3 anni, 1 mese e 10 giorni); Carmelo Pace (1 anno e 4 mesi); Giacomo Alotto (2 anni); Gioacchino Gaetano Burgio (2 anni); Francesco Orlando (1 anno e 2 mesi); Giuseppe Giganti (2 anni). Un’altra imputata – Maria Concetta Noemi Oteri – ha patteggiato. Il processo, in corso davanti la Corte di Assise di Agrigento presieduta dal giudice Giuseppe Miceli, riprenderà il prossimo 4 maggio con le arringhe difensive degli avvocati Giovanni Castronovo, Antonino Gaziano, Domenico Ingrao e Giuseppe Vinciguerra per poi tornare in aula l’11 maggio con quelle degli avvocati Santo Lucia e Walter De Agostino.

L’inchiesta della procura di Agrigento ipotizza una guerra tra due famiglie innescata dal furto di un mezzo agricolo, commesso dai fratelli Ignazio ed Enrico Rallo nei confronti di Salvatore Azzarello, avvenuto nel 2013 a Palma di Montechiaro. Nel 2015 il primo delitto: Enrico Rallo viene ucciso di fronte al bar Mazza. La risposta arriva due anni più tardi quando un commando entra in azione e uccide Salvatore Azzarello nelle campagne di contrada Burraiti mentre si trovava a bordo del suo trattore.

Lo scorso 31 ottobre, qualche mese dopo essere stato scarcerato, viene ucciso Angelo Castronovo, 65 anni, bracciante agricolo. I killer lo freddano nelle campagne tra Palma di Montechiaro e Campobello di Licata.Era l’unico imputato a cui veniva contestata la partecipazione ad entrambi gli omicidi. 

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