Inchiesta “Waterloo”, chiusa requisitoria: richiesti 35 rinvii a giudizio

Trentacinque richieste di rinvio a giudizio e 15 di non luogo a procedere: il procuratore reggente di Agrigento, Salvatore Vella, ha concluso la requisitoria all’udienza preliminare scaturita dalla maxi inchiesta “Waterloo” sulla presunta organizzazione a delinquere di “colletti bianchi” che sarebbe stata messa in piedi dall’imprenditore Marco Campione, ex presidente di Girgenti Acque, societa’ che gestiva il servizio idrico nell’Agrigentino. L’inchiesta, riporta l’Agi, ipotizzava una collaudata rete di corruttela messa in piedi dal patron di Girgenti Acque. Professionisti, politici, uomini delle istituzioni e forze dell’ordine sarebbero stati a disposizione della societa’ e, in particolare del suo presidente Marco Campione, in cambio di favori e posti di lavoro per familiari e amici. In cambio il potente imprenditore avrebbe avuto protezioni, favoritismi e vantaggi a tutti i livelli.

Nella lista degli imputati ci sono i vertici di Girgenti Acque prima del commissariamento, politici, professionisti, forze dell’ordine, l’ex prefetto Nicola Diomede, accusato di avere “salvato” Girgenti Acque da un’interdittiva antimafia, e l’ex presidente dell’Ars Gianfranco Micciche’ al quale si contesta l’accusa di finanziamento illecito al partito. Sotto accusa anche Giovanni Pitruzzella, avvocato generale presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, al quale si contesta il concorso esterno in associazione a delinquere. Secondo i pm, in particolare, nel 2014, quando era a capo dell’autorita’ della concorrenza, fra le altre cose avrebbe esercitato delle ingerenze indebite per consentire a Campione l’approvazione delle nuove tariffe da parte dell’autorita’ per il servizio idrico.

Aumento delle tariffe che l’ex presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi, accusato di corruzione, avrebbe barattato in cambio di un alcuni contratti di lavoro per i figli alle dipendenze di Girgenti Acque e Hydortecne, societa’ gemella. Sia per Pitruzzella che per D’Orsi il procuratore ha chiesto il non doversi procedere anche alla luce del fatto che il giudice Micaela Raimondo ha dichiarato inutilizzabili diverse intercettazioni, accogliendo un’eccezione della difesa su alcuni vizi procedurali, con la conseguenza che le principali fonti di prova sono venute meno.

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