La presenza della ndrangheta dietro il sequestro di cocaina vicino alle acque di Porto Empedocle

La presenza della ndrangheta a monte del sequestro delle sei tonnellate di droga, per di più cocaina, nelle acque siciliane, poco distante dal porto di Porto Empedocle, dove la Guardia di finanza – Gico coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo – con proprio personale e mezzi aerei e navali – ha intercettato il motopesca “Ferdinando d’Aragona” del compartimento marittimo di Reggio Calabria, con tanto di nave madre affiancata e con a bordo cinque componenti l’equipaggio (il comandante calabrese, 2 tunisini, un francese ed un albanese ) e quasi sei tonnellate di cocaina purissima ( 5,3 tonnellate, precisa la Gdf in un comunicato). Dopo inseguimento e quasi arrembaggio, nave madre e peschereccio sono stati dirottati nel porto più vicino rispetto all’area dell’operazione finendo a Porto Empedocle dove tutto l’equipaggio è finito in manette e la droga messa sotto chiave. Si tratta di un’operazione di grande livello coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo che non si è ancora conclusa ed anzi sembra destinata a fornire clamorosi sviluppi a breve.

Le oltre 5,3 tonnellate di cocaina sottoposte a sequestro, destinate a rifornire l’intero mercato nazionale, avrebbe fruttato introiti per oltre 850 milioni di euro.

Il peschereccio è stato condotto presso il porto di Porto Empedocle mentre la “nave madre”, con equipaggio composto da 15 soggetti di nazionalità ucraina, turca e azera, è, al momento, scortata da mezzi navali del Corpo in navigazione verso il porto di Palermo.

I soggetti sottoposti a fermo sono stati condotti presso la Casa Circondariale “Pagliarelli” di Palermo a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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