La Tari in Sicilia rischia di aumentare del 30%

La prima mossa per arrivare a un rinvio di almeno due mesi per il pagamento della Tari è stata compiuta a Roma. E ha come obiettivo reale quello di evitare aumenti del 30% che altrimenti scatterebbero in Sicilia entro una decina di giorni.

L’annuncio lo ha dato l’Anci, l’associazione dei sindaci guidata in Sicilia da Paolo Amenta: «È stato depositato l’emendamento del governo nazionale al decreto Superbonus, all’esame della commissione Finanze del Senato, che prevede per i comuni lo slittamento al 30 giugno 2024 (in atto previsto al 30 aprile) del termine per l’approvazione dei piani finanziari sui rifiuti».

Da questo passaggio l’Anci attende di poter risolvere un problema enorme già creatosi nei bilanci. I sindaci devono fronteggiare subito un aumento dei costi frutto dell’invio in Danimarca dei rifiuti indifferenziati. Lì, nel termovalorizzatore che manca in Sicilia, ogni tonnellata da smaltire costa circa 400 euro invece delle 250 che costerebbe nell’Isola se ci fosse ancora spazio nelle discariche.

I sindaci contavano su un fondo stanziato dal vecchio governo per ammortizzare questi costi. Ma da due anni non ricevono nulla. Da qui l’annuncio, qualche giorno fa, di essere pronti ad aumentare la Tari del 30% per fronteggiare le spese extra. Un aumento che andrebbe determinato entro il trenta aprile se il termine per la redazione dei piani tariffari della Tari venisse confermato.

Ma proprio per dare più tempo è arrivata la manovra nazionale, spinta anche dal governo Schifani, che viaggia ora sull’emendamento depostitato in Senato. «Si tratta – commentano Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’Ansi Sicilia – di un primo passo importante. Attendiamo adesso che il governo regionale nella prima manovra finanziaria utile, come concordato durante l’incontro che abbiamo avuto nei giorni scorsi con il Presidente Schifani, reperisca i 60 milioni per dare copertura degli extra costi dei rifiuti prodotti nel 2022-2023. Questo servirà ad evitare che, attraverso l’aumento della Tari, si debba ancora una volta far gravare sui cittadini e le imprese i costi eccessivi della gestione dei rifiuti in Sicilia». I 60 milioni dovrebbero essere stanziati all’Ars a luglio. E così, in due tappe, si dovrebbero evitare i maxi aumenti della Tari.

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