PALERMO – “Voto di scambio”, dopo l’interrogatorio scarcerati Dina, Clemente e Mineo

Sono stati scarcerati i deputati regionali Nino Dina e Roberto Clemente e l’ex parlamentare Franco Mineo. Tutti e tre sono stati oggi rimessi in libertà dal Giudice per le indagini preliminari nel corso dell’interrogatorio di garanzia.  Dina e Clemente insieme a Giuseppe Bevilacqua si erano avvalsi della facoltà di non rispondere.

L’ex parlamentare siciliano Franco Mineo e il finanziere Leonardo Gambino, accusati rispettivamente di corruzione elettorale e corruzione hanno invece risposto. Mineo si è detto estraneo alle accuse e ha sostenuto che Bevilacqua avrebbe millantato rapporti con lui. Secondo l’inchiesta che ha portato agli arresti, condotta dalla Finanza, Bevilacqua avrebbe messo a disposizione di Dina, Mineo e Clemente i suoi pacchetti di voti, alle regionali del 2012, in cambio di finanziamenti per le proprie associazioni e incarichi a familiari. Inoltre, avrebbe venduto cibo assegnato alla fondazione del Banco alimentate, da lui presieduta, e destinato ai poveri.

Nel pomeriggio la svolta. A chiedere la scarcerazione, secondo quanto afferma l’avvocato Ninni Reina che difende Mineo, agli arresti in casa per l’ex deputato sarebbe stata decisa in base al reato previsto dall’articolo 96 del Decreto del presidente della Repubblica 361 del 1957 che prevede una condanna da 1 a 4 anni. “Noi abbiamo ribadito che doveva essere contestato l’articolo 86 del decreto 570 del 1970. In questo caso la pena è compresa fra sei mesi e tre anni e dunque non è prevista l’applicazione di una misura cautelare. Da qui la revoca immediata della misura”.

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