SICILIA – “Sospeso il vitalizio a Cuffaro e ad altri undici ex deputati”

Un tetto da 240 mila euro agli stipendi dei burocrati dell’Ars. E una progressiva riduzione della pianta organica dell’Assemblea. Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, accompagnato dal deputato questore Paolo Ruggirello ha annunciato i “nuovi tagli per il Palazzo: dopo i deputati tocca ai dipendenti”. E nel corso della conferenza stampa, ecco la rivelazione: “Abbiamo sospeso il vitalizio a Cuffaro e ad altri undici ex deputati”.

“Il governo Renzi – ha spiegato Ardizzone – fissa il limite a 240 mila euro per i dipendenti statali, ma esclude gli organismi di rilevanza costituzionale. In questo caso dice che devono concorrere al contenimento della spesa pubblica. C’è solo questo obbligo: riduzione della spesa nella misura di 50 milioni. L’Ars, quindi, che è un organismo di questo tipo, non era obbligata ad applicare il tetto. Noi abbiamo deciso di intervenire ugualmente fissando il limite a 240 mila euro. Dal 31 luglio di quest’anno, nessuno potrà guadagnare di più”.

A dire il vero, tra le proposte della presidenza dell’Ars trapelate già ieri, c’è quella di un “congelamento” degli stipendi superiori ai 240 mila euro, per favorire l’accompagnamento alla pensione di questi dipendenti. Ardizzone non ha smentito, ma ha puntualizzato: “Il tetto si applica dal 31 luglio. Poi, va gestita la fase transitoria. Certamente abbiamo anche intenzione di ridurre la pianta organica. E questo potrebbe passare anche attraverso l’accompagnamento alla pensione di alcuni burocrati”. E a proposito del più “discusso” tra questi, il segretario generale dell’Ars Di Bella, Ardizzone ha annunciato: “Presto pubblicheremo il suo stipendio”.

Da polemica in polemica, poi, ecco quella sul contestatissimo vitalizio a Totò Cuffaro. Anche in questo caso, Ardizzone precisa: “Sia per Cuffaro che per altri 11 ex deputati è scattata la sospensione del vitalizio. Tra l’altro questi uffici hanno avviato l’iter per la verifica dei requisiti già a febbraio. Ma su questa vicenda stucchevole, vorrei ricordare che ciò che riguarda le pene accessorie è di pertinenza dello Stato. Il decreto Monti prevedeva la perdita del vitalizio per il consigliere regionale che fosse stato condannato per reati contro la pubblica amministrazione e questo avesse comportato la sospensione dai pubblici uffici. Abbiamo recepito questa norma. anche perché saremmo andati incontro a una sanzione. Non si estende ai condannati per reati di mafia? A questo pensi lo Stato”.

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