AGRIGENTO – Inaugurato il Teatro dell’Efebo nella cava del giardino botanico

Il nuovo teatro dell’Efebo, situato all’interno del Giardino Botanico del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, è stato inaugurato venerdi sera di fronte ad oltre 700 spettatori entusiasti per la suggestiva scenografia naturale della nuova struttura a servizio di eventi culturali e di spettacolo.

L’ampio spazio, situato in quella che era l’antica cava di arenaria dalla quale vennero estratti i blocchi per la costruzione dei templi, è stato infatti ristrutturato e reso pienamente fruibile grazie ad un progetto del Settore Turismo finanziato da fondi regionali, che ha permesso il totale recupero dell’area e delle camere naturali di accesso agli ipogei situati all’interno del Giardino Botanico.
    L’apertura del nuovo teatro, alla presenza di diverse autorità tra cui il sindaco Francesco Miccichè, rappresenta un investimento per il turismo nella città dei templi.

L’evento della serata, “Ide-Ali, il pensiero in equilibrio”, è stato ideato e diretto da Marco Savatteri con uno spettacolo di oltre 30 artisti provenienti da diverse discipline, come canto, recitazione, danza e musica, incentrato sul Mito di Icaro. Gli artisti hanno utilizzato lo spazio del Giardino Botanico, trasformandolo in un vero palcoscenico, sfruttando gli anfratti tra le pietre, le caverne, il costone e gli alberi per creare un’esperienza fortemente immersiva. Le singole performance artistiche hanno esplorato il tema del volo e dell’equilibrio, mettendo in evidenza le aspirazioni umane e i conflitti con la natura. Tra gli artisti che si sono esibiti Eleonora Abbruzzo, Ester Pantano, Rinaldo Clementi, la Sal Cacciatore Band, il corpo di ballo diretto dalla coreografa Valentina Cutrera, e il fisarmonicista trapanese Pietro Adragna, che ha incantato il pubblico con la sua spettacolare tecnica e i suoi virtuosismi.
    In testa e in coda alla serata, la performance teatrale contemporanea ispirata al Mito di Icaro, con lo spettacolare finale in cui un acrobata del Circopificio di Palermo, cercando di risalire verso il cielo e mantenere l’equilibrio, ha rappresentato la ricerca umana del superamento dei propri limiti.

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