CALTANISSETTA – Rissa in corso Umberto, resta in cella il marocchino che ha sfregiato una ragazza

Rimane in cella il marocchino di 36 anni, Salem Kamel Kuija, arrestato la scorsa notte dagli agenti della sezione volanti della Polizia al culmine di una furibonda rissa in cui ad avere la peggio è stata una ragazza nissena di 21 anni.

L’uomo è stato processato per direttissima dal giudice monocratico Marco Sabella, che ha convalidato l’arresto, e ha chiesto di accedere al rito abbreviato. Rimane dunque al Malaspina l’autore dello sfregio ad una ragazza di 21 anni che si trovava nei pressi del bar Veleno in corso Umberto la scorsa notte. Una violenta rissa tra immigrati, ma non è escluso ci fossero anche italiani coinvolti, nella quale il marocchino, regolarmente soggiornante in Italia, ha detto di essere intervenuto in difesa di amici coinvolti. In realtà era ubriaco e il suo gesto ha provocato uno sfregio alla guancia sinistra della ragazza.. Ha lanciato una bottiglia rotta, colpendola e provocandole anche una forte contusione mandibolare. Ha rischiato il linciaggio da parte dei numerosi giovani presenti.

L’uomo deve rispondere di rissa, lesioni aggravate, resistenza e oltraggio a P.U., nonché porto ingiustificato arma da taglio, poiché, a seguito perquisizione personale, allo stesso veniva rinvenuto e sequestrato un oggetto simile ad un bisturi, tagliente ed affilato, con manico di colore rosso della lunghezza di cm. 11.

Le indagini adesso puntano a scoprire gli altri personaggi coinvolti nella rissa e a tal fine potrebbero essere utili le immagini delle telecamere a circuito chiuso. Tra le altre dovrebbero esserci le immagini della potente telecamera della Polizia municipale, che ad alta definizione riprende le scene dall’altezza del municipio fino all’altezza del bar Veleno.

Il locale pubblico, poiché già ad inizio dell’estate era stato teatro di una rissa, è stato chiuso per un mese dal Questore Bruno Megale. Pugno di ferro, dunque, deciso dalla Questura, che aveva ricevuto anche altre segnalazioni per disturbo della quiete pubblica.

Condividi
         
 
   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *