CANICATTI’ – Omicidio Calogero Giardina: Angelo Ferrigno condannato a 10 anni, i commenti alla sentenza

Dopo la sentenza del tribunale di Palermo, scoppia l’indignazione dei familiari di Calogero Giardina “Una vita umana vale 10 anni di carcere? ” E’ questo l’interrogativo che si pone, dopo aver appreso la sentenza, Gaetano Giardina, fratello della vittima , incredulo per una pena così lieve. “E’ come se lo avessero ucciso due volte, il dolore dei familiari diventa ancor più inconsolabile quando si trova davanti ad un sistema che non sa valutare la gravità dei reati commessi” – commenta Gaetano Giardina – “ ci aspettavamo una pena più severa, mio fratello è stato strappato all’affetto dei suoi familiari a soli 24 anni, nel fiore degli anni. Aveva una vita davanti a se, progetti, amori e soprattutto tanta vitalità barbaramente interrotta quella maledetta sera del 17 luglio scorso. Non vogliamo vendette, chiediamo solo di avere certezza della pena. Continueremo la nostra battaglia nelle altri fasi di giudizio” .

Tanta amarezza anche tra gli amici di Calogero. “ Ci aspettavamo una pena esemplare soprattutto alla luce dell’interesse mediatico nazionale – commenta Pietro Bennici, uno dei migliori amici di Calogero – non dimentichiamo che per settimane del caso si occuparono i principali programmi di approfondimento di Mediaset e Rai. Adesso ai familiari e a noi amici cosa resta? Solo tanta amarezza per un amico speciale che non potremo mai più riabbracciare”.

Continua l’amarezza con Maria, che commenta così la sentenza: “Calogero è stato ammazzato mentre stavano semplicemente vivendo. Oggi, come ogni giorno, a causa dei comportamenti irresponsabili di chi non sa dare il giusto valore alla vita umana persone speciali come Calogero vengono uccise senza nessuna pietà. Ci chiediamo, perché chi governa non consideri una priorità cambiare le attuali leggi penali in materia , infliggendo una giusta pena di fronte a comportamenti irresponsabili? E’ un dovere dello Stato, ad ogni morte provocata deve seguire inevitabilmente una pena equa e certa”.

Il giovane omicida attualmente è detenuto nel carcere minorile di Palermo. In questi mesi l’omicida di Calogero Giardina si è detto pentito e attraverso una lettera ha chiesto perdono ai familiari della vittima. Questo il testo della missiva: “Dopo avere avuto il tempo e le condizioni per potere riflettere e pensare su quanto accaduto quella maledetta notte del 17 luglio ho capito quanto male ho commesso. Sono consapevole di non avere il diritto di chiedere nulla a quanti stanno soffrendo in questo momento per le disperate condizioni di Calogero, ma sento la necessità, nonostante ciò, di chiedere perdono per quello che è successo. Forse nessuno potrà credermi, ma non avevo intenzione di provocare tanto dolore e non potevo capire le conseguenza che le mie azioni potevano avere. Non faccio che desiderare di potere tornare indietro nel tempo a quel maledetto sabato sera e desiderare di restarmene a casa così da impedire quello che è successo. Anche se non ne ho il diritto, prego ogni giorno affinché le condizioni di Calogero migliorino e possa ritornare presto a casa ad abbracciare i suoi cari, in modo da diminuire il mio senso di colpa. Forse nessuna di queste mie parole sarà ascoltata e forse nessuno crederà al mio pentimento, ma sento la necessità di esprimere tutto il mio dispiacere”.

Davide Difazio

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