CASO ALDO NARO – Interrogato per due ore l’assassino

Cosa successe quella notte? Chi partecipó alla rissa mortale? E prima, cosa accadde? La procura dei minori ha ascoltato per la seconda volta Andrea, il diciassettenne, buttafuori illegale, che ha sferrato il calcio mortale a Aldo Naro, il giovane laureato in medicina che ha perso la vita nella discoteca Goa la notte di San Valentino durante una festa di Carnevale. Il diciassettenne si è costituito quattro giorni dopo la tragedia al carcere Malaspina, accompagnato dal suo avvocato Maurizio Di Marco. Magistrati e carabinieri lo hanno ascoltato per chiarire alcuni particolari sulla serata del Goa. Domande e richiesta di chiarimenti per ricostruire con esattezza cosa è accaduto prima, durante e dopo la rissa che ha portato alla morte del giovane medico di San Cataldo. 

I pm Caterina Bartolozzi e Grazia Puliatti hanno ascoltato il giovane per circa due ore nei giorni scorsi, alla presenza di un ufficiale dei carabinieri del nucleo operativo, che indaga sulla festa mortale, e del suo legale. I magistrati hanno mostrato all’accusato una trentina di fotografie dove erano ritratte quattro persone dello Zen, amici suoi, altri residenti dello Zen che non conosceva, alcuni buttafuori e gli amici di Aldo Naro. C’è un testimone tra questi che avrebbe detto che Andrea avrebbe preso a calci e pugni Aldo Naro prima del calcio mortale. “No ho solo dato un calcio e un altro calcio a un amico di Aldo Naro”, si è difeso il diciassettenne. E ha indicato nella foto l’amico di Naro che aveva aggredito. Poi ha anche chiarito alcuni punti oscuri della ricostruzione  fornita durante il primo interrogatorio: ha dichiarato di avere dormito in un sottoscala la notte che i carabinieri erano andati a trovarlo in casa perché sospettato dell’omicidio e di avere raggiunto e lasciato la discoteca Goa insieme ad alcuni amici dello Zen.

Nel primo interrogatorio aveva omesso di dire dove aveva dormito e aveva affermato di avere lasciato la discoteca da solo. Ma un frame di una telecamera di videosorveglianza lo ritraeva insieme a un amico. Il buttafuori, però, ancora non ha rivelato dove ha abbandonato i vestiti indossati la sera della festa in discoteca. I carabinieri hanno poi voluto chiarire cosa fosse accaduto prima della rissa al termine della quale è morto Aldo Naro. Quella di San Valentino sarebbe stata una serata movimentata, nervosa. Andrea ha raccontato di essere andato in aiuto di un amico buttafuori per una rissa che era scoppiata poco prima di quella in cui venne coinvolto Aldo Naro.

I carabinieri del nucleo operativo lavorano senza sosta per chiarire i contorni della vicenda. Quella sera la rissa era scoppiata nel privè della discoteca dove si trovava Naro in compagnia di una decina di suoi amici. “Ero intervenuto per sedare gli animi. Ho dato solo un calcio a Naro mentre era per terra e c’ero finito anche io. Anche lui mi aveva colpito da dietro e anche i suoi amici”, ha ribadito Andrea indicando i volti nelle fotografie. Aldo Naro morì praticamente sul colpo dopo quel calcio che gli provocò un’emorragia cerebrale. Il giovane medico aveva 25 anni. Andrea fuggì via dalla discoteca, i carabinieri hanno ricostruito parte della dinamica da alcune riprese delle 26 telecamere del locale.

Non ci sono ancora indagati da parte della procura dei minori, oltre Andrea,e da parte della procura ordinaria. I carabinieri stanno individuando tutti i partecipanti a quella rissa. La morte del medico ha aperto anche una breccia nel mondo dei buttafuori illegali che, al Goa, sarebbero stati gestiti dal figlio del boss dello Zen in carcere, Carmelo Militano. Un filone di indagine che ha coinvolto anche il titolare della discoteca Marcello Barbaro che, comunque, ancora non ha a suo carico alcuna accusa. Il locale, sequestrato, dai carabinieri è ancora chiuso.

FONTE: REPUBBLICA.IT

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