Csm: fuga Messina Denaro colpa di Messineo

Il Consiglio superiore della magistratura ha aperto una procedura per incompatibilità a carico del procuratore di Palermo, Francesco Messineo, che rischia il trasferimento. Non ha favorito la circolazione delle informazioni all’interno dell’ufficio e “conseguenza di questo difetto di coordinamento sarebbe stata la mancata cattura del latitante Matteo Messina Denaro“, scrive il Csm nell’atto di incolpazione, citando l’accusa del pm Leonardo Agueci.
Messineo è stato convocato per il 2 luglio. Secondo il Csm inoltre, il magistrato ha avuto rapporti privilegiati con Antonio Ingroia il quale lo avrebbe condizionato nelle sue decisioni. Intanto il gip di Caltanissetta ha archiviato l’indagine per violazione del segreto istruttorio. 

“Ingroia tenne nel cassetto intercettazioni su Messineo” – Alla procura di Palermo c’era il “sospetto” che il capo Francesco Messineo “avesse perso piena indipendenza” nei confronti di Antonio Ingroia o che ci fosse comunque con lui un “rapporto privilegiato” (“peraltro successivamente ammesso” dal diretto interessato) che avrebbe determinato un suo “condizionamento”, aggiunge il Csm, che in questo quadro inserisce anche il fatto che Ingroia tenne per 5 mesi le intercettazioni che riguardavano Messineo, prima di trasmetterle a Caltanissetta.

“Invitò il pm a non iscrivere direttore di banca” –  Messineo invitò il suo sostituto Verzera che indagava per usura bancaria a “soprassedere, in attesa di ulteriori acquisizioni” all’iscrizione nel registro degli indagati dell’allora direttore di Banca Nuova, Francesco Maiolini, a lui legato da “rapporti di amicizia”. Rapporti continuati anche durante l’indagine della procura di Palermo e così consolidati che Messineo in passato aveva chiesto e ottenuto da Maiolini “un posto di lavoro per suo figlio”, scrive il Csm.

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