Detenuto condannato all’ergastolo ordina l’omicidio della ex : lei si salva fingendosi morta

L’ordine dell’esecuzione della 32enne Annarita Taddeo è arrivato dal carcere di Augusta, in provincia di Siracusa. Accusato del tentato femminicidio della donna, viva per miracolo, il suo ex compagno, Nicola Fallarino, 38enne di Benevento, detenuto in Sicilia per altri reati e già condannato all’ergastolo. Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Benevento Roberto Nuzzo, su richiesta della locale Procura, la squadra mobile sannita, che ha dato il via a una vasta operazione tra Campania e Sicilia alla quale hanno preso parte anche i reparti prevenzione crimine di Roma, Napoli e Pescara. Quaranta ordini di perquisizione eseguiti nei confronti degli indagati: ventotto residenti in provincia di Benevento, due detenuti nel carcere sannita di Capodimonte e dieci detenuti nel carcere di Augusta. L’obiettivo è far luce sull’ampia rete di appoggi sulla quale ha potuto far leva l’indagato. Fallarino, ritenuto il mandante del tentato femminicidio, è anche indiziato di porto illegale d’arma, tentata estorsione pluriaggravata e rapina pluriaggravata, sempre nei confronti dell’ex compagna. Resta aperto il giallo sul killer incaricato di compiere l’omicidio, non ancora individuato dagli inquirenti.

Un sicario l’aveva aspettata e le aveva sparato a bruciapelo, ha raccontato poi agli inquirenti la vittima, e mentre lei si accasciava al suolo, fingendosi morta, era entrato nel suo appartamento e aveva frugato nella sua borsa, portando con sé i suoi telefoni cellulari e 2mila euro. Le immagini acquisiste da sistemi di videosorveglianza della zona mostravano il killer allontanarsi indossando un casco integrale a bordo di uno scooter, risultato rubato a Napoli alcuni giorni prima e poi trasportato e nascosto a Benevento. Un bossolo calibro 6,35 è stato trovato e sequestrato e la relativa ogiva estratta dalla fronte della donna; i due telefoni cellulari sono stati ritrovati a breve distanza dall’abitazione, danneggiati per tentare di distruggere prove. L’analisi forense effettuata su quei dispositivi, invece, ha fatto recuperare alcuni fondamentali messaggi dai quali emerge chiaramente che Fallarino aveva maturato il proposito di attentare alla vita della ex compagna già diversi giorni prima del tentativo di omicidio perché non tollerava l’interruzione della loro relazione e dei colloqui in carcere nonché la nuova vita sentimentale che la donna aveva. Il detenuto pretendeva inoltre che abbandonasse l’appartamento in cui avevano convissuto e il bar da lei gestito da tempo, che lui rivendicava come proprio. 

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