ELEZIONI COMUNALI – In Sicilia crolla il M5S

In Sicilia la tornata amministrativa conferma la leadership di FdI nella coalizione di centrodestra e certifica il flop del fronte progressista, con il M5s in forte calo un po’ ovunque rispetto alle elezioni politiche e regionali e il Pd senza squilli di tromba.

Buona la performance di Fi del dopo-Miccichè nella parte orientale dell’Isola meno in quella occidentale; Dc e Mpa fanno la propria parte soprattutto nei comuni più piccoli portando acqua al mulino elettorale, la Lega cresce ai piedi dell’Etna mentre il successo di Cateno De Luca a Taormina (è il quarto Comune da sindaco), si contrappone col magro bottino delle sue liste “Sud chiama Nord” che in molti casi non superano lo sbarramento del 5%.

Neppure l’esperimento ScN-progressisti ha funzionato.

Fdi è l’unico partito a fare l’en plein nelle grandi città al voto, conquistando seggi nei quattro municipi di Catania, Siracusa, Ragusa e Trapani.

Risultati lusinghieri nella città etnea anche per FI col 12% circa, Prima l’Italia-Lega con l’11%, per gli autonomisti del Mpa col 6% circa più il 10% della lista Grande Catania e per la Dc che supera il 6%. A Ragusa FdI è la sola forza della coalizione a centrare l’obiettivo (6,6%), mentre a Trapani assieme al partito della Meloni (6,33%) entra in municipio anche il Mpa (5,70%). FdI (9,56%), Mpa (8,76%) e Fi (7,07%) fanno bottino a Siracusa, dove non ce la fa invece Prima l’Italia-Lega (4,84%).

Nel fronte progressista, M5s si salva a Ragusa (5,19%), tiene le dita incrociate a Catania (poco sopra il 5%), mentre stecca a Trapani (4,12%) e a Siracusa (3,99%). “Nelle amministrative non abbiamo mai brillato, ma in Sicilia il trend rispetto al risultato nazionale è sicuramente migliore anche in ottica di coalizione. Inutile nasconderlo il vero vincitore è l’astensionismo, cioè la sconfitta di tutta la politica”, commenta il referente siciliano del M5s, Nuccio DI Paola. Fa meglio il Pd: sopra l’8% a Catania, 6,16% a Siracusa e 7,34% a Ragusa. A Trapani i dem senza simbolo e camuffati nelle liste civiche hanno contribuito alla vittoria di Giacomo Tranchida, sostenuto anche da dirigenti locali della Lega (anche lei senza simbolo) i cui voti avrebbero permesso a Maurizio Miceli (FdI) di andare al ballottaggio. Nel mirino di FdI c’è l’assessore regionale leghista Mimmo Turano che pur avendo assicurato fedeltà alla coalizione non è riuscito a convincere alcuni dei suoi a schierarsi con Miceli.  

FOTO ANSA

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