“I potentati economici che per decenni hanno condizionato la politica a Gela hanno fatto breccia anche sul sindaco, Domenico Messinese, che non rappresenta più il M5s”. Lo hanno detto, nel corso di una contro-conferenza stampa, quattro dei cinque consiglieri del gruppo pentastellato e i tre assessori esonerati ieri dal sindaco, rispondendo così alle accuse di inefficienza rivolte da Messinese ai suoi collaboratori “licenziati”.
Accuse che gli interessati respingono ricordando che i loro studi e i loro progetti non sarebbero mai stati presi in considerazione dal sindaco. “Per noi, come da programma – è stato puntualizzato da consiglieri ed ex assessori – erano tre i temi su cui si doveva sviluppare l’impegno amministrativo: rifiuti, condono edilizio e risanamento ambientale. Messinese, invece, ci suggeriva di lavorare su car sharing e ‘casa dell’acqua’, dimostrando maggiore interesse per le proroghe di appalti, scaduti e chiacchierati, e per l’accordo di programma con Eni sulla riconversione della raffineria che il M5s aveva sempre contestato e rifiutato”.
Ora, dichiarandosi apertamente all’opposizione di questa giunta comunale, chiedono ai vertici regionali e nazionali del M5s di ritirare il simbolo e di espellere Messinese dal movimento, mentre i militanti di una delle due fazioni “grilline”, createsi a Gela, hanno lanciato sul web l’hashtag “Messinesedimettiti”, che sta registrando l’adesione di centinaia di simpatizzanti.
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