GIARRE – Medico lavora 15 giorni in 9 anni “Tutto in regola, rispettata la legge”

Ancora un altro caso di presunto assenteismo sul lavoro. Un medico, vincitore di un concorso al Pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Isidoro” di Giarre, in nove anni ha accumulato complessivamente solo 15 giorni di lavoro. Per nove anni ha presentato certificati di malattia alternati con aspettative, congedi familiari e permessi.

Assunto nel 2005, il medico chirurgo, quarantenne, di origine messinese, ha avuto però il tempo di fare tante altre cose. Come prendersi una laurea in psicologia, un’altra in psichiatria e conseguire un dottorato di ricerca, non certo funzionale all’attività di medico del pronto soccorso, e svolgendo un’attività di consulenza medica nella sua città natale. Tutto questo, così come riporta la notizia pubblicata sul quotidiano La Sicilia, però non è passato inosservato all’Asp 3 di Catania che ha subito avviato un’inchiesta interna sulla eccessiva prolungata assenza del medico dal posto di lavoro.

La segnalazione è arrivata dai capi reparti dei presidi ospedalieri di Giarre e di Acireale, attualmente accorpati, in seguito ad una riunione svoltasi nei giorni scorsi al Nosocomio di Giarre. Una riunione convocata per fare il punto sulla prolungata aspettativa del medico messinese mai sostituito e la contemporanea gravissima mancanza di medici nel Pronto soccorso del Presidio ospedaliero della cittadina jonica. Qui è stato messo in evidenza il lungo elenco delle assenze riportato nella notizia pubblicato dal quotidiano La Sicilia: in aspettativa per borsa di studio dal 1° giugno 2005 al 31 ottobre del 2008, mentre riprende servizio l’1 novembre e al contempo chiede di assentarsi dal lavoro per congedo parentale fino al 3 maggio del 2009; dal 4 al 21 maggio in servizio al Pronto soccorso, poi dal 22 maggio al 22 luglio assente per malattia. E ancora, dal 20 luglio del 2009 fino al 30 giugno del 2014, in aspettativa per borsa di studio. Ma non finisce qui perché sarà ancora in aspettativa per il dottorato di ricerca fino al 31 dicembre del 2016.

Il medico apparirebbe titolare di un sito web che pubblicizza l’attività privata libero professionale. Titolare anche di un altro sito per pubblicizzare anche l’attività “delle consulenze e dell’appoggio psicologico”, con tanto di scheda per la richiesta di preventivo di consulenza. Al momento la documentazione è al vaglio dell’Asp ma non è escluso che possa finire nelle mani della magistratura. Nel frattempo, a causa del budget limitato di cui può disporre la Sanità, l’ospedale non può sostituirlo con un altro medico di Pronto soccorso.

LA REPLICA DEL MEDICO. “Sono perplesso, ma non preoccupato: ho usufruito di permessi non retribuiti previsti dal contratto nazionale di lavoro per frequentare dei corsi di specializzazione” rivela il prfessionista contattato telefonicamente. “Intanto i 15 giorni di lavoro – osserva – sono un dato inesistente perché ci sono delle pause minime previste per legge. È invece vero che quando è nato mio figlio ho usufruito di cinque mesi di permesso parentale. Tutto secondo la legge”.

L’assenza prolungata dall’ospedale, secondo il medico, “non ha procurato alcun danno all’Asp3 e neppure al pronto soccorso dell’ospedale di Giarre. I permessi di cui ho usufruito erano non retribuiti: io mi sono mantenuto con le borse di studio, che sono inferiori allo stipendio, e ho dovuto pagare tasse e iscrizione di tasca mia. E durante le mie assenze sono stato sostituito da una collega”.

“Adesso sono fuori Messina – sottolinea il medico – ma sono sereno. In questi anni nessun dirigente dell’Asp avrebbe firmato delle aspettative senza che fossero previste per legge. Adesso sto usufruendo dell’ultima. Questi corsi sono un arricchimento dei medici che poi li riversano sull’ospedale. Dal quale non si può andare via per anni proprio perché le nuove conoscenze ottenute con i permessi siano utilizzati per l’Azienda ospedaliera per cui si lavora. Quindi – chiosa – qual è  il problema: avere rispettato la legge?”.

L’ASP VALUTA. “È vero la legge è stata rispettata, ma l’ultimo permesso è retribuito e noi non possiamo sforare il budget e sostituirlo. Questo ci crea problemi di organico nell’assistenza ai malati e quindi vedremo se ci sono le condizioni per revocare l’aspettativa” afferma il direttore sanitario dell’Asp3 di Catania, Franco Luca.

“I precedenti permessi – sottolinea Luca – erano non retribuiti, e questo ci ha consentito di sostituire il medico al pronto soccorso. Adesso non è più così e abbiamo un problema di organico perché non possiamo sforare i costi previsti. Più in generale – annuncia il direttore sanitario – abbiamo avviato dei controlli sui permessi, sull’opportunità di concederli dove c’è carenza di personale se non è strettamente necessario e indispensabile. Stiamo facendo un monitoraggio per verificare la situazione complessiva, ed evitare di creare problemi all’utenza nel rispetto della legge”.

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