LICATA – Incendio Bugiades, la Protezione Civile: “Nessuno ha detto di evacuare la città”

L’Anas ha deciso di chiudere la statale 115, in entrambe le direzioni, uin prossimità della contrada Piana Bugiades di Licata, dove da ieri sera c’è il gravissimo incendio di rifiuti.

“Al momento il traffico veicolare viene deviato – scrive Anas – lungo la viabilità locale con segnalazioni sul posto. Sono presenti le squadre Anas, della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco per la gestione della viabilità e per il ripristino della normale circolazione nel più breve tempo possibile”.

Intanto dall’ufficio comunale di Protezione Civile arriva una secca smentita alle voci che circolano circa la necessità di abbandonare la città.

“E’ gravissimo – dice Tony De Marco, capo della Protezione Civile licatese – che qualcuno faccia circolare queste voci. Certo, la nube di fumo sulla città c’è e già ieri sera abbiamo invitato i licatesi e non aprire le finestre. Rinnoviamo l’invito, ma non c’è alcun appello a lasciare la città”.

“La presenza di una inversione in quota a circa 1500 metri renderà più lento il dissolvimento della nube di fumo che tenderà a stazionare tra il suolo e 1500 metri circa”. Lo scrive, a chiare lettere, il meteorologo licatese Claudio Ortega, direttore della Stazione Meteo Licata.

Non è, purtroppo, una buona notizia. Ortega la illustra, carte alla mano. “Nelle prossime ore – aggiunge il meteorologo – è prevista ventilazione in quota da Nord /Nord Ovest, pertanto possibile spostamento della colonna di fumo verso la città/mare”. Insomma, salvo improvvise, e al momento non previste, modifiche delle previsioni meteo, la nube di fumo provocata dall’incendio di rifiuti, che tanto preoccupa i licatesi, rimarrà ancora in quota per un bel po’.

 In contrada Piano Bugiades c’è ormai da ieri sera uno stanziamento fisso da parte dei Vigili del Fuoco con unità accorse da ogni parte della Provincia. Presidio fisso da parte della Protezione civile comunale. All’opera escavatori e altri mezzi pesanti per dividere i rifiuti. All’interno di quell’area sono stoccate centinaia di tonnellate di ingombranti di ogni tipo. L’area è sotto sequestro ormai da anni da parte della Magistratura agrigentina.

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