Pochi vestiti ai minori migranti e pulci nei letti: blitz fra Catania e Gela, 12 arresti

Cibo di scarsa qualità e talvolta anche avariato, materassi scadenti recuperati dalla spazzatula talvolta infestati da pulci, abbigliamento inadeguato e persino richieste estorsive a giovani migranti in cambio di posti di lavoro.

E’ stata la sinergia tra le procura di Catania e quella di Gela a svelare un sistema criminale, attorno a cooperative e associazioni impegnate nell’attività socio-assistenziale di migranti minori non accompagnati, persone diversamente abili ed anziani. Con un solo scopo: massimizzare profitti economici che poi venivano reinvestiti in altre lucrose attività imprenditoriali.

Dodici le persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Catania, per quattro dei dodici la stessa contestazione ha riguardato un analogo provvedimento emesso dal Gip di Gela. Coinvolti due dipendenti dell’Inps, uno di Catania (Natale Di Franca) e l’altro di Sondrio (Paolo Duca): avrebbero favorito le cooperative in cambio di assunzioni (la moglie di Duca è stata assunta in una cooperativa), oltre a far conoscere in anteprima ispezioni e controlli.

Disposti sequestri per tre milioni di euro in un giro d’affari di 20 milioni. Contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di vari delitti contro la pubblica amministrazione, come quelli di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e di frode nelle pubbliche forniture, nonché i delitti di estorsione e di maltrattamenti.

Le modalità illecite consistevano nell’eludere metodicamente gli obblighi contrattuali stipulati con vari enti della pubblica amministrazione (la prefettura di Caltanissetta versava per ogni migrante maggiorenne 35 euro e per ogni minore 45 euto al giorno), somministrando ai minori cibo di scarto, non garantendo loro condizioni igienico-sanitarie adeguate e non fornendo la dovuta assistenza tramite personale qualificato. Una consulenza tecnica chiesta dalla procura di Gela ha accertato che negli ultimi sei mesi per ogni migrante le cooperative hanno speso per il vitto una cifra che non ha mai superato i due euro e 50 centesimi.

L’inchiesta di Gela è stata avviata in seguito alla manifestazione del 18 maggio del 2017 in cui un nutrito gruppo di migranti pakistani scese in strada per lamentare condizioni precarie di vivibilità a villa Daniela, una delle sedi delle cooperative coinvolte nell’inchiesta. L’indagine del commissariato grazie ad intercettazioni, ispezioni, una consulenza e alla documentazione acquisita fece emergere una situazione oltre il limite consentito dalla legge. Quella di Catania è stata invece avviata nel luglio del 2017 su segnalazione della procura dei minori di Catania che aveva compiuto un’ispezione in un centro per minori stranieri.

L’organizzazione era promossa a Catania da Pietro Marino Biondi e Gemma Iapichello, tutti e due finiti in carcere: sono accusati di avere creato quel sistema che aveva sede legale in via Muscatello e che assumeva nelle varie cooperative-associazioni i parenti dei funzionari pubblici addetti al controllo del settore, “creando una commistione tra controllore e controllato, circostanze dalle quali il sistema anche corruttivo traeva considerevoli vantaggi” secondo i magistrati.

In una occasione Biondi e Clara Favatella avrebbero tentato di farsi consegnare 400 euro da un giovane extracomunitario loro ospite, in cambio di un contratto di lavoro presso le cooperative da loro gestite, contratto che avrebbe consentito al giovane di ottenere il permesso di soggiorno e, quindi, la possibilità di rimanere in Italia.

Sequestrate otto tra associazioni e cooperative l’associazione Solidarietà 2000, la cooperativa Comunità Per Vivere Insieme, la cooperativa onlus Pianeti Diversi, la cooperativa Progetto Vita Onlus, la cooperativa Comunità Il Quadrifoglio Onlus, la cooperativa Alba, la cooperativa Le fate dell’arcobaleno e l’associazione Albero Della Vita.

Questi gli arrestati: nel carcere di piazza Lanza di Catania sono finiti Pietro Marino Biondi, 62 anni, e Gemma Iapichello, 42 anni; arresti domiciliari per Kasia Chylewska di 38 anni, Natale Di Franca di 59 anni, Paolo Duca di 40, Clara Favatella di 36, Giuseppina Foti di 46, Alessandro Giannone di 35, Giuseppe Palumbo 61 anni, Liliana Pasqualino di 55 anni, Francesca Politi di 33 anni e Francesca Ventimiglia di 58 anni.

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