RACALMUTO – Falsa promessa di un posto di lavoro in ospedale finisce in minacce: pena ridotta in Appello

La Corte d’Appello di Palermo, seconda sezione penale, ha emesso parziale riforma della sentenza del Tribunale di Agrigento, in composizione monocratica, del 9 novembre 2022 e appellata dall’imputato A.S., 43 anni di Racalmuto, riducendo notevolmente la pena ad un anno di reclusione ed euro 600 di multa oltre al pagamento delle spese processuali di 900 euro. In primo grado, la Giudice Agata Genna, della prima sezione penale, del Tribunale di Agrigento, aveva emesso una pesante condanna con due anni di reclusione , 600 euro di multa e la restituzione alle persone offese della somma di 5 mila euro, oltre al 30 giorni nei confronti di una coppia di racalmutesi , lui C.N,53 anni e lei, P.A.,50 anni, entrambi di Racalmuto, marito e moglie, di una provvisionale di 1000 euro , immediatamente esecutiva.

L’udienza in Corte d’Appello, si è svolta in presenza dell’imputato , A.S., assistito dal suo legale l’Avv. Giuseppe Zucchetto(nella foto). Il 43enne, A.S, si era reso responsabile dei reati di truffa e minacce nei confronti della coppia. Con artifizi e raggiri vari aveva promesso falsamente un posto di lavoro presso l’ospedale di Caltanissetta, a seguito della frequentazione di un corso Oss al costo di 5mila euro . facendo anche credere di essere in contatto con un Avvocato e riuscendo a farsi consegnare cosi la somma in due soluzioni in contanti. Ma del posto di lavoro nessuna traccia. Anzi, dopo la consegna del denaro avvenuta nel gennaio del 2015, la coppia non vedendo realizzarsi l’evolversi positivo della vicenda si rivolgevano all’A.S,, che, invece, iniziava a minacciare gravemente, il marito con frasi del tipo :” domani ci vediamo, vengo a casa tua e ti sparo in bocca” e ancora “ricordati che ho sempre la pistola in macchina”.

In Corte d’Appello , il legale dell’imputato, l’Avv. Giuseppe Zucchetto è riuscito a smontare tramite le motivazioni l’ipotesi accusatoria della truffa e minaccia grave anche e soprattutto in relazione al fatto che le minacce sarebbero state fatte dinanzi ad un testimone che, ha smentito di avere sentito quelle frasi gravi. Ovviamente le motivazioni saranno rese note entro 90 giorni dalla Corte d’Appello.

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