Roma, Totti, ultimo giro di campo. Tutto l’Olimpico in lacrime

Cronaca di un delirio annunciato. Totti, dopo la vittoria all’ultimo respiro contro il Genoa che vale il secondo posto, rientra in campo. L’Olimpico lo aspettava, non poteva deludere il suo popolo. È standing ovation. Il capitano saluta i suoi compagni, Florenzi piange, De Rossi, il nuovo capitano, pure. Il presidente Pallotta lo abbraccia. I suoi 3 figli e la moglie Ilary sono lì, commossi, Francesco alza la targa con la numero 10: la sua maglia. E poi va ad abbracciare Christian, Chanel, Ilary e Isabel e scoppia a piangere. Lacrime Con la più piccola di casa in braccio si concede un lunghissimo giro d’onore. Che spettacolo! Pura magia…
Francesco Totti, 40 anni, in lacrime all'Olimpico.

 

Francesco Totti, 40 anni, in lacrime all’Olimpico.

le parole — Totti continua a camminare. Firma un pallone, lo accarezza e e lo calcia verso la Sud: la sua curva. Risuona “Roma Capoccia”. Va poi in mezzo al campo. Viene raggiunto da De Rossi che, senza guardarlo (non ci riesce: è troppa la commozione) gli consegna un’altra targa, il regalo dei compagni di squadra. “È arrivato il momento. Ho pianto tutti i giorni”, dice leggendo una lettera, “È stata la mia unica maglia. È una decisione che ho preso con mia moglie e la mia famiglia. Starei qui altri 25 anni. Grazie Roma, grazie alla mia famiglia, mamma e papà, a mio fratello. Vorrei scrivere una poesia, una canzone, ma non sono capace. Ho provato però a esprimermi con i miei piedi in tutti questi anni. Maledetto tempo, mi viene la pelle d’oca a pensare al 17 giugno 2001 (giorno dello scudetto). Da domani sarò grande. Voglio dedicare questa lettera a voi, a tutti quelli che urlano Totti-gol. Ora è finita veramente. Mi levo la maglia per un’ultima volta, anche se non sono pronto a farlo. E forse non lo sarò mai. Spegnere la luce non è facile. Adesso ho paura, non è come tirare un calcio di rigore. Concedetemelo. Ora ho bisogno di voi e del vostro calore. Quello che mi avete sempre dimostrato. Col vostro aiuto potrò tuffarmi in una nuova avventura. Ringrazio tutti, dai presidenti alla Curva Sud. Nascere romani e romanisti è un privilegio. Fare il capitano di questa squadra è stato un onore. Siete e sarete sempre nella mia vita. Il mio cuore sarà sempre qui con voi. Ora vado nello spogliatoio che mi ha accolto che ero un bambino e lo lascio adesso, da uomo. Sono orgoglioso di avervi dato 28 anni d’amore. Vi amo…”
FONTE: GAZZETTA.IT
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