SICILIA – “Una riforma per le tv locali”[VIDEO]

In campagna elettorale il presidente Crocetta aveva dichiarato ufficialmente che si sarebbe impegnato per per trovare una soluzione alla crisi delle tv private siciliane, costrette a ricorrere a licenziamenti e cassa integrazione pur di restare a galla. Un settore che in Sicilia coinvolge 110 imprese private che impiegano oltre 2.500 persone tra tecnici e giornalisti. 

Una battaglia che l’Udc si è intestato e che ha portato avanti facendo un primo significativo passo in avanti: un’interrogazione urgente al presidente della Regione, Rosario Crocetta, per chiedere “interventi urgenti a sostegno dell’emittenza radiotelevisiva locale”. Il documento è stato presentato dal capogruppo, Lino Lenza, e dal deputato regionale centrista, Luca Sammartino in attesta di presentare un ddl che riformi il settore “tenedo conto dei parametri del Corecom e dell’Auditel”.

I due chiedono al presidente della Regione, “quali iniziative s’ intenda adottare, nei tempi che la drammatica contingenza impone, per venire incontro alle problematiche delle emittenti radiotelevisive locali e determinare le condizioni per il rilancio del comparto e per la tutela dell’occupazione degli operatori”.

I due esponenti Udc rilevano che “le emittenti radiotelevisive locali costituiscono presidi fondamentali per assicurare alla cittadinanza un’informazione libera e plurale e legata alle specificità e alle problematiche del territorio”, e che “il passaggio al digitale terrestre ha comportato costi estremamente rilevanti per le aziende del settore circa un centinaio)”. Per tale motivo, scrivono, “in mancanza di un intervento statale che ponga in via generale le premesse per la tutela e il rilancio del settore, sono le Regioni a essere chiamate a un intervento che eviti la pratica “desertificazione” del panorama dell’emittenza locale”.

“Appare quanto mai urgente che la Regione proceda, in tempi brevissimi, a dotarsi anch’essa di opportuni strumenti di sostegno, evitando il definitivo collasso del settore – concludono – ed avviando un ciclo virtuoso di rilancio e modernizzazione, anche prevedendo l’opportuna programmazione e impiego di fondi comunitari”.

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