TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA – Respinta la richiesta, Cuffaro non sarà affidato ai servizi sociali

Il Tribunale di sorveglianza di Roma ha respinto la richiesta di affidamento ai servizi sociali per l’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro che sta scontando in carcere una condanna a sette anni per favoreggiamento alla mafia. All’istanza, fatta dai legali dell’ex politico, si era detto favorevole il pg della Corte d’Appello.

Secondo quanto si apprende a indurre i giudici a negare l’affidamento ai servizi sociali e, quindi, la scarcerazione a Cuffaro, sarebbe stata l’assenza di collaborazione alle indagini dell’ex politico. Per il tribunale avendo avuto contatti stretti con esponenti dell’associazione mafiosa, nel suo ruolo di politico, residuerebbero spazi di «svelamento della verità». Cuffaro è detenuto nel carcere romano di Rebibbia.

SILVIO CUFFARO SULLA SENTENZA –  La famiglia dell’ ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, esprime indignazione e sgomento a seguito del no da parte del Tribunale di Sorveglianza all’ affidamento di Cuffaro ai servizi sociali. Il fratello, Silvio Cuffaro, afferma : “è davvero singolare che ad un detenuto, da tutti definito modello, non sia riconosciuta la possibilità, prevista dalla Costituzione e dal Codice penale, di riabilitarsi concludendo la condanna in affido all’associazione nazionale ciechi. Che giustizia è questa ? Che nazione è l’Italia? La condanna di Cuffaro in Cassazione è stata profondamente ingiusta. E adesso su cosa dovrebbe collaborare Totò Cuffaro se non ha mai avuto rapporti  diretti o indiretti con la consorteria mafiosa? E’ davvero lunga la serie di fatti che mi portano  a pensare che in Italia appartenere ad una certa classe politica non consenta di avere giustizia. Nonostante tutto sono certo che mio fratello avrà la forza di andare avanti con la stessa dignità che lo ha sempre contraddistinto, e che un giorno la verità trionferà sulle bugie e su una falsa verità processuale “.

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