Un iPad Apple nella disponibilità di Montante tra i motivi dell’arresto in carcere

Sono un metronotte e un giardiniere le due persone entrate nella villa di Antonello Montante, dove l’ex leader di Confindustria Sicilia era agli arresti domiciliari.

In una busta nel furgone del giardiniere la squadra mobile, che era impegnata in un servizio di osservazione, ha trovato un sacco di spazzatura “contenente una scatola di colore bianco relativa ad un iPad Apple” il cui “numero di Imei riportato risultava riconducibile a Montante”, che, secondo l’ipotesi del Gip, sarebbe “stato introdotto nell’abitazione mentre era in corso l’esecuzione degli arresti domiciliari”.

Per il Gip, infatti, Montante “può impiegare l’iPad per comunicare con l’esterno con sistemi di messaggistica non intercettabili” e “la misura degli arresti domiciliari non è in grado di scongiurare tale evenienza in mancanza di una reale affidabilità dell’indagato”.

Gli arresti domiciliari, per il gip, infatti, “non sono adeguate alla salvaguardia delle esigenze cautelari” perché Montante “con le condotte tenute all’atto dell’arresto, ha dimostrato” di essere “persona poco incline a farsi seriamente carico delle limitazioni” connesse all’ordinanza.

Il gip sottolinea che si “è sottratto per più di due ore all’arresto, e ha posto in essere l’illegittima attività svolta alla soppressione e/o all’occultamento di elementi di prova di sicuro rilievo per le indagini in corso con l’apporto delle due collaboratrici che a lui si accompagnavano”.

 

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