PALERMO – Il racket delle case popolari allo Zen: 14 arresti[VIDEO] [FOTO]

Avrebbero gestito l’assegnazione abusiva di case popolari nel quartiere Zen, oltre al controllo sistematico del territorio con estorsioni e altre attività criminali. È questa l’accusa contestata ai componenti di un clan che è stato smantellato a Palermo in seguito a una vasta operazione antimafia. Gli agenti della Squadra Mobile hanno eseguito, in collaborazione con la Dia, 14 provvedimenti di fermo emessi dalla Dda per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, tentata estorsione, violenza privata aggravata ed estorsione aggravata. 

Le indagini hanno accertato che i componenti del clan, utilizzando la forza di intimidazione tipica di Cosa Nostra, imponevano agli abitanti dei padiglioni e alle attività commerciali della zona il pagamento di una somma di denaro, gestivano direttamente l’assegnazione delle case popolari attraverso un mercato parallelo e illegale e interferivano su ogni iniziativa economico-imprenditoriale.

L’organizzazione si occupava anche di far presidiare fisicamente da persone di fiducia gli alloggi popolari lasciati liberi dai legittimi assegnatari che avrebbero così perso il diritto alla casa. L’immobile veniva successivamente “riassegnato” dietro un compenso non inferiore ai 15 mila euro.

La mafia si sostituisce allo Stato e assegna le case popolari, con le buone o con le cattive. Il pentito Salvatore Giordano non usa mezze misure. “Hanno bisogno di prendere le case – racconta ai pm -, che poi vendono. Le fanno occupare da famiglie che hanno tre o quattro figlì, così che le forze dell’ordine non provvedono allo sgombero coatto perchè si trovano di fronte a nuclei familiari con più figli minori”.

Una tecnica che prevede anche l’uso delle maniere forti. “E poi ti ricinu tu tinn’agghire ri ccà…u ieccano, l’ammazzano a bastonate (e poi ti dicono. tu te ne devi andare da qui, lo buttano a terra, l’ammazzano a bastonate)”, dice Giordano.

Quando il pm ribatte che gli alloggi sono dell’Istituto autonomo case popolari, Giordano ribatte: “Lasci stare, sunnu i nuostre, un su ri case popolari, su nuostre (sono nostre, non sono delle Case popolari, sono nostre)”. Gli edifici, come racconta il collaboratore, se servivano a Cosa nostra, venivano sgomberati con la forza e occupati, poi anche venduti a 15-20 euro ciascuno.

Ma c’era anche la raccolta “per i carcerati”. Se ne occupava anche Giordano che era il responsabile dei condomini.” Dieci euro a famiglia – spiega – ma le case non sono tutte occupate da persone, alcune unità servono anche per la produzione e deposito di droga”.

GLI ARRESTATI. I provvedimenti eseguiti dalla squadra mobile e dalla Dia di Palermo sono scattati per Antonino Pirrotta di 48 anni, Salvatore Vitale di 56; Letterio Maranzano, di 27; Giuseppe Covello, di 51; Giovanni Di Girolamo, di 48; Michele Moceo, di 34; Rosario Sgarlata, di 45; Franco Mazzè, di 44; Giovanni Ferrara, di 37; tutti accusati anche di associazione mafiosa. Fermati anche i componenti di un nucleo familiare coinvolto nell’occupazione di un’abitazione: Antonino Maranzano di 43 anni, Antonino Spina di 22, Salvatore Spina di 31 e Angela Spina di 28. Fermata Domenica Mazzè, che si trovava ricoverata nel reparto di medicina interna al Policlinico.

 

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