Agrigento Capitale della Cultura 2025: contrasti sullo Statuto della Fondazione con il Cua

Nell’ambito dei recenti sviluppi riguardanti lo Statuto della Fondazione Agrigento 2025, emerge una chiara divergenza di opinioni tra il Consorzio Universitario Empedocle (Cua) e l’Associazione Memo. La proposta statutaria, oggetto di discussione all’interno del Cda del Cua, ha suscitato notevoli perplessità e ha portato a delibere volte a modificare l’approccio al documento.Particolare attenzione è stata riservata a due punti cruciali: i principi di trasparenza pubblica e l’inclusione dei soci fondatori, ovvero il Comune di Agrigento, il Comune di Lampedusa e lo stesso Cua. Tuttavia, si è appreso che questi aspetti non trovano riscontro nello statuto reso pubblico dalla giunta comunale di Agrigento nei giorni scorsi.

Una delle questioni più controverse è emersa dall’assegnazione della gestione dell’intero dossier all’Associazione Meno, la quale ha sollevato polemiche in quanto ritenuta in deroga alle leggi di trasparenza. Il presidente del Cua, Nenè Mangiacavallo, figura tra gli sponsor principali della candidatura e ha espresso la sua netta opinione in merito. “Questo statuto non va affatto bene,” ha dichiarato Mangiacavallo, sottolineando che l’Associazione Memo ha dimostrato abilità nella redazione del dossier, ma non possiede i titoli necessari per la gestione complessiva.

Mangiacavallo ha ribadito l’importanza di agire con la massima trasparenza, poiché gli occhi del mondo sono puntati su Agrigento e l’omissione di questo principio potrebbe alimentare preconcetti sulla Sicilia. In un momento in cui la regione cerca di affermarsi a livello internazionale, l’assenza di trasparenza potrebbe costituire un ostacolo significativo.

Le parole del presidente del Cua sollevano dubbi sul futuro della Fondazione Agrigento 2025, poiché Mangiacavallo ha affermato che, alle attuali condizioni, il Cua potrebbe ritirarsi dalla partecipazione. La palla è ora nelle mani del Comune di Agrigento, chiamato a rivedere lo statuto elaborato dal dirigente avvocato Toni Insalaco. Tuttavia, il percorso appare intricato e lungo, in quanto lo statuto dovrà essere sottoposto all’approvazione del consiglio comunale.

Da sottolineare anche la sorprendente presenza di Roberto Albergoni, presidente di un’associazione privata, nel contesto della vicenda. La scelta dell’Associazione Memo ha suscitato sorpresa e interrogativi da parte degli osservatori, lasciando tutti di stucco.

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