AGRIGENTO – Il racket dei funerali a Camastra, nel processo “Vultur” parla un imprenditore

Ancora una iniziativa significativa e di rilievo ad opera del movimento antiracket agrigentino, che ha partecipato, nell’aula bunker del carcere Petrusa, al processo antimafia “Vultur” a fianco di alcune vittime che hanno testimoniato contro i propri estortori. Nello stesso processo, sia la Federazione Nazionale delle Associazioni Antiracket ed Antiusura (F.A.I.) sia l’associazione FAI Antiracket Agrigento sono costituite parte civile a sostegno degli imprenditori che con coraggio hanno prima denunciato alle Forze dell’Ordine, e poi hanno confermato in dibattimento le accuse. A presenziare tra il pubblico in supporto delle vittime sono stati diversi operatori economici della FAI Antiracket Agrigento, esponenti di Libera ed i vertici della F.A.I. Regionale, che sottolineano: “Anche a Camastra, realtà principalmente interessata nel processo Vultur, adesso è noto che le vittime di chi con la forza vuole soggiogare la libertà economica non sono lasciate sole né dallo Stato né dalla società civile, ma anzi trovano e troveranno sempre il giusto supporto. Solo denunciando si può uscire fuori da condizioni di alterazione della normalità socio – economica.”

Ieri, un imprenditore del settore pompe funebri di Camastra, Vincenzo De Marco, ha raccontato la sua storia nel processo “Vultur”. “Tutti i funerali venivano svolti dai Meli, perché a Camastra la gente ha ancora paura di loro” . La prossima udienza il 20 giugnoper sentire la moglie di Di Marco e un altro test.

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