AGRIGENTO – Morte On. Trincanato,i familiari denunciano diagnosi errata

Una banale occlusione intestinale sottovalutata dai medici. Così sarebbe morto l’ex deputato regionale della Dc Gaetano Trincanato deceduto il 17 gennaio all’ospedale Giglio di Cefalù, alcuni giorni dopo un’operazione per rimuovere una neoplasia all’intestino. Nonostante l’età avanzata dell’ex parlamentare, i figli di Trincanato ritengono che il loro congiunto sia rimasto vittima di un caso di malasanità. Per questo, assistiti dagli avvocati Nino Caleca e Marcello Montalbano, hanno presentato in Procura un esposto-denuncia nei confronti dei medici del reparto di oncologia chirurgica del Raffaele Giglio diretto al noto chirurgo Pico Marchesa.
Era stato proprio Marchesa, nel suo studio privato, a scoprire una neoplasia all’intestino e a consigliare a Trincanato l’intervento chirurgico effettuato il 4 gennaio con successo tanto che il paziente non era stato neanche ricoverato in Rianimazione. A causare le successive complicazioni forse il cattivo posizionamento del sondino gastrico rimosso 48 ore dopo senza l’aspirazione di alcun tipo di secrezione. Secondo la ricostruzione dei familiari di Trincanato, nonostante il loro familiare non fosse mai andato in bagno dal giorno dell’intervento, il quarto giorno Marchesa ordinava la ripresa graduale dell’alimentazione, prima liquida e poi semiliquida. Quando Trincanato si sente male, da un sondino nasogastrico vengono tirati fuori dall’intestino ben sette litri di ristagno gastrico ma dicono i familiari non gli viene fatta nè una radiografia addominale nè una tac mentre vengono rilevati problemi cardiologici. “L’enorme ristagno gastrico, le complicazioni cardiache derivanti – scrivono nell’esposto i familiari di Trincanato – erano in maniera inconfutabile diretta conseguenza dell’occlusione intestinale.
Una semplice radiografia con un mezzo opaco sarebbe bastata per fare la giusta diagnosi”.

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