Assemblea siciliana, giornata di test antidroga per i deputati

Giornata di test anti-droga per i deputati regionali a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea siciliana.

A presentarsi per primi in infermeria stamani sono stati il presidente dell’Assemblea Gaetano Galvagno, che ha promosso l’iniziativa giunta al suo secondo anno, e i parlamentari Ismaele La Vardera (Sud chiama Nord) e Serafina Marchetta (Dc), dopo qualche ora si è sottoposto all’esame anche il capogruppo del Pd Michele Catanzaro.

Il test anti-droga è su base volontaria.
I parlamentari, fino alle 18 di oggi, vengono accolti da una equipe medica del dipartimento di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica dell’Università di Palermo. L’equipe è formata da dirigenti biologi dell’unità operativa complessa di medicina di laboratorio (direttore Marcello Ciaccio) e medici in formazione della scuola di specializzazione in igiene medicina preventiva e sanità pubblica (Direttore Alessandra Casuccio) dell’ Uoc di Epidemiologia (direttore Francesco Vitale) dell’Azienda ospedaliera universitaria Paolo Giaccone di Palermo. I sanitari raccolgono i dati personali, spiegano in cosa consiste l’esame, quindi prelevano il capello o una matrice pilifera. I campioni vengono suddivisi in due aliquote con appositi codici alfa numerici a garanzia della privacy; tutto viene sigillato davanti al parlamentare, il plico quindi viene trasportato in laboratorio per le indagini. In caso di positività il soggetto verrà sottoposto a un test di secondo livello, l’esito viene consegnare brevi mano.
    “Con questa iniziativa vogliamo essere quanto più trasparenti possibile – ha detto il presidente Galvagno poco prima di sottoporsi al test – E’ anche un modo per sensibilizzare l’opinione pubblica a non usare alcun tipo di sostanza stupefacente. Riteniamo che la politica debba essere assolutamente lontana dalle droghe, ognuno è libero poi di fare o meno il test. Ritengo che chiunque abbia una funzione pubblica dovrebbe fare questo test e mettersi a nudo davanti alla gente”.
    Sul rischio che possa calare il sospetto su quei parlamentari che decidano di non sottoporsi all’esame del capello, il presidente dell’Ars ha affermato: “Non significa che chi non fa il test faccia uso di droga, ma se accettasse di fare il test sarebbe meglio, no? Toglierebbe qualsiasi genere di sospetto”.

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