Autopsia su donna incinta morta a Licata: “Il bimbo si poteva salvare”

Se i medici avessero agito in tempo, con tutta probabilità il bambino sarebbe ancora vivo. È quanto emergerebbe da una prima analisi delle risultanze dell’esame autoptico eseguito ieri, ad Agrigento, sul corpo della giovane di 29 anni, morta domenica 6 agosto all’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata a seguito di un’estesa emorragia interna. Nel frattempo, il marito si è rivolto a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela delle vittime di malasanità. 

“Dalle prime risultanze dell’esame autoptico, pare ci fosse un’estesa emorragia interna – spiega Diego Ferraro, referente di Giesse Risarcimento Danni per la Sicilia occidentale – Se ci fosse stato un intervento tempestivo, il bambino con molte probabilità si sarebbe salvato. Quei due giorni, stando a quanto emerso finora, sarebbero stati per lui fatali. Si dovrà anche verificare se la madre sarebbe sopravvissuta senza quella lunga attesa fino al 6 agosto. La gravidanza, infatti, era stata tranquilla e senza complicanze fino a venerdì 4. La giovane, inoltre, non soffriva di patologie pregresse. Abbiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura e andremo fino in fondo con i nostri legali, medici legali e specialisti per capire cos’è accaduto”.

E’ possibile contribuire, sostenendo la famiglia, per fare in modo che la salma della giovane, incinta, deceduta domenica scorsa in ospedale, possa tornare in Marocco. 

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