Benzinai confermano sciopero serrata fino a venerdì alle 7
Come noto, i gestori lamentano una sostanziale inadempienza da parte delle compagnie a rispettare gli impegni sottoscritti il 27 luglio, che avrebbero dovuto portare a trattative sui temi più controversi, dai rinnovi contrattuali all’utilizzo delle carte di credito, fino agli oneri a carico dei distributori. I gestori parlando quindi di “comportamenti che costituiscono una vera e propria aggressione nei confronti di circa 24.000 piccole imprese di gestione e di oltre 120.000 lavoratori occupati nel settore”. Accuse, queste, che le compagnie rispediscono al mittente. L’Unione petrolifera parla infatti di richieste “del tutto pretestuose e non corrispondenti alle reali condizioni di un mercato in forte contrazione”.
Anzi, proseguono i petrolieri, le “singole aziende hanno confermato, nel rispetto della normativa di settore, la loro disponibilità al confronto e ad individuare soluzioni per le specifiche situazioni di sofferenza”. Di “passi avanti” parla anche il comunicato ufficiale del ministero, che però registra “distanze” per quanto riguarda “le condizioni economiche d’esercizio degli impianti”. I gestori, infatti, avevano posto come condizione per revocare lo sciopero il pagamento da parte delle compagnie di 2 centesimi a gestore come acconto sulla futura contrattazione. Disponibilità che, evidentemente, non c’è stata e pertanto lo sciopero si farà.
I rifornimenti potrebbero essere a rischio, avvertono oltre tutto i gestori, anche nella settimana prima di Natale “a causa del preannunciato rifiuto di molte compagnie petrolifere di rifornire gli impianti, in vista del cosiddetto ‘no rid day’, vale a dire del rifiuto dei gestori di pagare una fornitura di carburante tra i giorni 17 e 22 dicembre prossimi, per protestare contro il rifiuto delle compagnie stesse a rinnovare i contratti collettivi scaduti da anni”.
Inoltre, tra Natale e Capodanno, per gli automobilisti non sarà possibile pagare il pieno attraverso le carte di credito ed il pago bancomat, “per protesta contro il rifiuto delle banche ad applicare la norma di legge che prevede la gratuità dell’utilizzo della moneta elettronica, sia per i gestori che per i consumatori, per il pagamento dei rifornimenti fino a 100 euro”.