Dopo Messina Denaro il possibile nuovo “padrino”: circolano diversi nomi

Matteo Messina Denaro si porta nella tomba i suoi segreti, circostanza che non sorprende più di tanto visto che il padrino aveva subito chiuso la porta ai pm che lo avevano interrogato subito dopo il suo arresto nel gennaio scorso. Un silenzio che fa parte dell’humus in cui “U siccu” è cresciuto, a pane e mafia, figlio e nipote di mafiosi e che secondo il Procuratore Generale facente funzione di Caltanissetta Antonino Patti è stato anche «un protagonista assoluto delle stragi siciliane e di quelle del Continente».Matteo Messina Denaro è stato anche condannato all’ergastolo per le stragi.

«Dopo l’arresto – ha aggiunto il Pg – si sperava che Matteo Messina Denaro potesse parlare e chiarire molti fatti ancora avvolti dal mistero. Sulle stragi mafiose, soprattutto quelle dei primi anni Novanta, ma alle fine ha prevalso la sua mentalità, che aldilà di certe apparenze per così dire, “moderniste”, era quella del mafioso vecchio stampo. Quindi, alla fine è morto portando con sé questi misteri.

Non saranno celebrati i funerali religiosi per il boss Matteo Messina Denaro. E non solo per le sue ultime volontà, ma perché sarà il questore di Trapani a vietarli, come accade con tutti i boss mafiosi.Dunque, il boss Messina Denaro, dopo l’autopsia che sarà effettuata all’Aquila, verrà trasferito a Castelvetrano dove verrà tumulato al cimitero. Senza alcuna cerimonia.

Il tema della successione a Matteo Messina Denaro è paradossalmente di basso profilo. Innanzitutto perché checché se ne pensi Messina Denaro non era il capo di Cosa nostra: «I clan palermitani non accetterebbero mai di farsi guidare da un non palermitano. A cominciare da un trapanese».

Ma Cosa nostra lo aveva come riferimento sui grandi affari e c’è già chi è pronto a prendere il suo posto come ha detto il procuratore Maurizio de Lucia subito dopo la cattura il 16 gennaio scorso.

Le indagini, dopo la morte di Messina Denaro non sono di certo finite per scoprire le reti di protezioni e le connivenze che hanno permesso a Messina Denaro di restare latitante per trent’anni, sia per capire chi lo ha sostituito. Non era il capo ma era una figura era ritenuta ingombrante nel gotha di Cosa nostra.I nomi che circolano tra gli investigatori sono Stefano Fidanzati, 70 anni, della famiglia di narcotrafficanti dei Fidanzati dell’Arenella, Giuseppe Auteri, detto Vassoio, ad oggi latitante, Sandro Capizzi, rampollo del boss Benedetto Capizzi del clan di Santa Maria di Gesù.

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