Giangrande lotta per la vita

Un carabiniere di 50 anni già colpito dalla morte recente della moglie è in un letto d’ospedale senza sapere se sopravviverà alle prossime 72 ore o se resterà paralizzato. A sparargli davanti a Palazzo Chigi un disoccupato calabrese che ha quasi la sua stessa età, disperato per la perdita del lavoro e per il divorzio. Due destini che si sono incrociati ieri mattina in piazza Colonna in una “grande giornata di sole”, come aveva scritto poco prima su Facebook Giuseppe Giangrande, brigadiere dell’Arma in servizio al Battaglione Toscana e ieri a difesa della sede del governo. 

“Buona domenica a tutti. Oggi grande giornata di sole” è il post su Facebook. Sotto la frase c’è la foto di una carrozza, ferma in una piazza. Sono le 11.06, “nei pressi di Roma”, è spiegato sul profilo. Pochi minuti dopo la sparatoria. Un suo collega, il trentenne Francesco Negri, se l’è cavata con una tibia fratturata da uno dei proiettili sparati da Luigi Preiti: non è grave e dal letto dell’ospedale San Giovanni chiede in continuazione del collega. Giangrande, ricoverato al Policlinico Umberto I, ha un “danno midollare importante” alla colonna cervicale, secondo i medici che l’hanno operato per la grave ferita al collo. La prognosi è riservata: per sapere se ce la farà bisognerà aspettare 72 ore. Rischia comunque la paralisi degli arti. Due mesi fa ha perso la moglie. Accanto ha la figlia ventenne, arrivata con altri parenti. La ragazza è sconvolta.

Originario di Monreale (in provincia di Palermo), il brigadiere è da tempo a Firenze. Ha un fratello poliziotto a Milano e un altro che gestisce un bar a Monreale: entrambi si sono messi in viaggio per Roma. “Il brigadiere Giangrande – spiega il professor Angelo Lavano, primario del reparto di neurochirurgia del Policlinico universitario di Catanzaro – in conseguenza del danno midollare importante causato alla colonna cervicale da uno dei proiettili sparati contro di lui da Luigi Preiti, rischia una tetraplegia, ossia una paralisi permanente degli arti superiori ed inferiori”.

“Le immagini televisive – dice il primario – hanno evidenziato che il carabiniere, una volta a terra, è rimasto immobile, segno di un danno grave ed importante subito al midollo spinale. Durante l’intervento chirurgico il paziente è stato sottoposto probabilmente ad una decompressione del midollo. Ora si trova ancora in una fase di choc midollare, alla quale nei prossimi giorni potrebbe seguire una fase di recupero. Un recupero importante potrebbe ridurre i danni, ma il quadro, così come descritto, appare serio”.

Al Policlinico sono andati il neo presidente del Consiglio Enrico Letta – che ha espresso “vicinanza” alla famiglia e all’Arma – il presidente della Camera Laura Boldrini, il ministro della Difesa Mauro, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il comandante dei carabinieri Leonardo Gallitelli. “La situazione di questa famiglia mi ha molto colpito e commosso”, ha detto Laura Boldrini, promettendo che le istituzioni non la abbandoneranno.
Nel profilo di Giangrande su Facebook la missione in Emilia per il terremoto o i servizi allo stadio Olimpico di Roma, in trasferta per arrotondare.

Molto meno grave il carabiniere scelto Francesco Negri, 30 anni, colpito da un proiettile alla tibia, sotto al ginocchio. Nato a Torre Annunziata (in provincia di Napoli), dove vivono i genitori, un pensionato e una casalinga, è stato operato per ridurre la frattura; nei prossimi giorni subirà forse altri interventi. Con lui la fidanzata Veronica, accompagnata dalla madre, e il fratello.

“È in ottime condizioni, ma continua a chiedere del collega – ha detto il direttore sanitario dell’ospedale San Giovanni, Gerardo Corea -. Gli abbiamo detto soltanto che ci sono altri medici che si occupano di lui”.

Al sindaco Alemanno Francesco Negri ha raccontato di quell’attentatore “sbucato fuori all’improvviso”, che sono riusciti a immobilizzare, ma a caro prezzo dopo che aveva sparato. A tutti ha detto di voler al più presto tornare in servizio. Non sa ancora, forse, che Giangrande lotta per restare vivo. “Viviamo una fase di tensione nel paese e queste tensioni ricadono sulle nostre spalle». Ha detto Francesco Negri al responsabile sicurezza del Pd, Emanuele Fiano, che in serata ha fatto visita in ospedale al militare ricoverato. A Francesco Negri ha fatto visita anche il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, il quale, all’uscita dall’ospedale ha detto: È una cosa incredibile che questo ragazzo sia già pronto a tornare in servizio è una persona coraggiosa”.

“A volte la vita ti riserva delle brutte sorprese che ti fanno pensare a tante cose – scriveva il brigadiere Giangrande -, l’importante è non abbattersi e ricominciare tutto da capo”.

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