Imprenditore agrigentino ha ragione: banca condannata a 176 mila euro

 Ha ragione l’imprenditore, la banca condannata deve restituirgli 176 mila euro. Lo ha deciso due giorni fa il tribunale civile di Agrigento presieduto da Enrico Legnini.Nel 2018 una società che vende abbigliamento intimo all’ingrosso deposita un ricorso per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo. In data successiva alla domanda la Banca di Credito cooperativo San Francesco acquisisce 176 mila in virtù di un mandato all’incasso frutto di un precedente contratto di anticipazione su fatture.La somma viene trattenuta per ridurre lo scoperto sul conto corrente della società che, attraverso gli avvocati Ilaria Barraco e Nunzio Di Naro, ne richiede la restituzione al Tribunale. Secondo la difesa, la banca avrebbe applicato una procedura illegittima.

In sostanza la banca, in esecuzione di un mandato all’incasso conferito nell’ambito di un rapporto di anticipazione su fatture, non può trattenere l’incasso avvenuto dopo l’apertura della procedura concorsuale con decurtazione delle passività del mandante correntista.

Passa dunque la tesi degli avvocati Barraco e Di Naro. L’istituto di credito è stato condannato a restituire i soldi, ma non a pagare ulteriori danni. Le spese di giudizio sono state compensate fra le parti.

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