INCHIESTA “DOUBLE FACE” – Montante resta in carcere: Romano libero

Antonello Montante, il leader degli industriali siciliani, deve restare in carcere. La decisione del Tribunale del Riesame è arrivata dopo una lunga attesa, due interrogatori e una battaglia giudiziaria portata avanti dagli avvocati Nino Caleca e Giuseppe Panepinto. Interrogatori che non hanno convinto pienamente i giudici sulla sussistenza del pericolo di reiterazione del reato e il pericolo di inquinamento probatorio. Il tribunale ha deciso anche sull’appello avverso l’aggravamento della misura degli arresti domiciliari di Montante, rigettandolo.

Confermate le misure cautelari anche a carico di Diego Di Simone Perricone e Giuseppe D’Agata, comandate provinciale dei carabinieri e capo centro della Dia di Palermo, appartenente all’Aisi che avrebbe fornito a Montante “informazioni di natura riservata acquisite attraverso le attività d’ufficio condotte anche quelle eseguite sul conto dello stesso Montante”.

Torna libero, invece, l’imprenditore Massimo Romano accusato di avere assicurato assunzioni ad esponenti delle forze dell’ordine. Durante gli interrogatori, però, Romano ha sostenuto di essere estraneo dimostrando di aver interrotto, da tempo, i rapporti con Montante. Difeso dagli avvocati Dino Milazzo e Sergio Monaco, adesso è sottoposto al divieto di dimora a Caltanissetta, gli arresti domiciliari sono stati revocati.

“Non ho alcuna dichiarazione da fare – commenta l’avvocato Dino Milazzo – questo è solo un primo traguardo verso l’obiettivo finale, cioè dimostrare la totale estraneità di Romano rispetto alle accuse”.

Restano ai domiciliari anche Ettore Orfanello, comandante del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza e Marco de Angelis, sostituto commissario della polizia di Stato, per entrambi l’accusa è di associazione per delinquere: non hanno fatto istanza di Riesame.

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