La Sicilia perde 380 milioni di fondi europei
La Sicilia perde 380 milioni di fondi europei per cattiva gestione dei
fondi stessi. Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Giustizia
dell’Unione europea che ha respinto il ricorso dell’Italia contro il
‘taglio’ di 380 milioni di euro per la Sicilia per gravi carenze nella
gestione e nei controlli. Nell’agosto del 2000 la Commissione aveva
approvato un Por (programma operativo per la Regione Sicilia 2000-2006)
che prevedeva una partecipazione dei fondi strutturali di oltre
1 miliardo con un cofinanziamento del Fondo sociale europeo di importo
massimo pari a circa 850 milioni di euro. A partire dal 2005, la
Commissione ha effettuato vari audit dei sistemi di gestione e controllo
predisposti dalle autorita’ responsabili del POR Sicilia. All’esito
degli audit, la Commissione ha riscontrato gravi carenze nella gestione e
nei controlli dell’intervento finanziario nonche’ varie irregolarita’
(alcune accertate dall’OLAF – organismo europeo anti frode) come ad
esempio spese di personale non correlate al
tempo effettivamente impiegato per i progetti, consulenti esterni privi
delle qualifiche richieste, giustificativi di spesa insufficienti, spese
non attinenti ai progetti, esecuzione delle attivita’ non conforme alla
descrizione dei progetti e violazione delle procedure di appalto e di
selezione di docenti, esperti e fornitori. Con decisione del 17
dicembre 2015 la Commissione ha ritenuto che a causa delle
irregolarita’ singole e sistemiche constatate, il contributo
finanziario all’intervento in questione dovesse essere ridotto di
un importo totale pari a 379 milioni e 730 mila 431,94 euro. L’Italia ha
quindi presentato un ricorso al Tribunale dell’Unione europea, ma con
sentenza del 25 gennaio 2018, il Tribunale UE ha rigettato integralmente
il ricorso dell’Italia, evidenziando come quest’ultima non abbia
dimostrato l’erroneita’ della decisione della Commissione o
del procedimento da essa adottato (metodo dell’esame a campione o per
estrapolazione, scelta del campione, rispetto del principio di
proporzionalita’, ecc..). Per contro, il Tribunale ha ritenuto come
fosse innegabile l’esistenza di errori sistemici, imputabili a
insufficienze nei sistemi di gestione e di controllo del POR Sicilia,
che si erano manifestati nel corso di diversi esercizi finanziari e ai
quali non era stato posto del tutto rimedio fino alla fine della
programmazione. L’Italia ha impugnato davanti alla Corte di giustizia la
citata sentenza del Tribunale. Con l’odierna sentenza, la Corte respinge
integralmente il ricorso dell’Italia, confermando le valutazioni del
Tribunale.