Lo sfogo di Rosario Crocetta

Lo sfogo di Saro. La mangiugghia, il malaffare e i grillini. La sua politica e quella di chi gli vuole male. Il presidente della Regione convoca una conferenza stampa per spiegare il suo punto di vista post elettorale, anche alla luce delle sconfitta del suo partito a Gela. 

LA SCONFITTA A GELA. “La mafia a Gela non ha votato per Fasulo. Se il sindaco uscente ha perso un voto per colpa mia, è il voto mafioso. La percentuale del candidato dei grillini – ha aggiunto Crocetta, che è stato due volte sindaco a Gela – io l’ho presa al primo turno”.

“Pensare che la vicenda mi dovesse riguardare – ha aggiunto – come sei fossi un notabile che ha un feudo a Gela e trasferisce voti da un candidato all’altro, è una visione che non mi appartiene. Ho sempre puntato sul voto libero. Se ci fosse stato un dissenso sulla mia persona non si sarebbe dovuto avere in una lista che si chiama Crocetta e che ha preso il 12%”.

“Gela e Augusta – ha continuato -, dove abbiamo perso, sono due realtà interessate da processi di deindustrializzazione e che vanno riconvertite all’industria verde. In Sicilia è finito quel modello industriale, invece i grillini difendono le raffinerie, come ha dichiarato il deputato regionale del M5S Giancarlo Cancelleri”.

“A Gela – ha concluso – il consenso del sindaco uscente si era sgretolato, io l’ho sostenuto con lealtà ma sapevo che avrebbe perso. Le campagne elettorali a Gela non si possono fare perché c’è un gruppo organizzato che impedisce che vengano fatte manifestazioni pubbliche. Non sono estremisti di sinistra, ma personaggi un pò delinquenti e squallidi”.

IL CASO ENNA. La non elezione di Vladimiro Crisafulli, ex senatore del Pd candidato sindaco a Enna, “è una mia vittoria o una sconfitta? Io non la considero una sconfitta, anzi la considero una occasione storica di rinnovamento”.

PIU’ RENZIANO DEI RENZIANI. “Bisogna essere renziani o si può rottamare anche i renziani? Foti a Ragusa è un rottamatore o rappresenta il vecchio sistema? Io credo di essere un rottamatore, e credo di essere l’unico rottamatore in Sicilia e forse in Italia. Io mi considero uno dei più renziani tra i presidenti delle Regioni nella pratica politica. Sono un rottamatore, più degli uomini di Renzi – ha aggiunto Crocetta – perchè, se non avessi avviato tutte le politiche di risanamento del bilancio e attuato i tagli, la nostra Regione sarebbe fallita”.

“Non c’è però più modo di operare altri tagli. Io non massacrerò lo stato sociale. Se essere un rottamatore vuol dire licenziare i forestali, non fare il contratto ai regionali, colpire i lavoratori, allora io non lo sono – denuncia il Presidente – Questa non è rottamazione ma massacro sociale. Per capirci, io sono il più rottamatore tra i presidenti della Regione. Purtroppo i suoi uomini però rappresentano la conservazione. Penso ad esempio a Foti e Zambuto. Chi li sostiene? Faraone? L’antagonista alle prossime regionali me lo sceglierò io. Questi hanno iniziato a fare campagna elettorale dal giorno in cui sono stato eletto. E da allora pensano solo a commissariarmi o a sfiduciarmi”.

NESSUN AIUTO DAL GOVERNO NAZIONALE. “Questo governo nazionale non ha mai aiutato il governo regionale. Penso ad esempio al caso della piccola Nicole, dove alla fine abbiamo avuto ragione noi. Assisto da due anni e mezzo ad attacchi sconsiderati. A ipotesi di commissariamento persino illegali. Sono sempre quello cattivo. Peccato che il cattivo è l’unico che li ha fatti vincere dal dopoguerra in poi”.

“Noi per la Formazione professionale abbiamo già impegnato i 155 milioni di euro dalla intera programmazione. Per gli anni successivi, il governo nazionale ci dovrà dire come fare. Mi aspetto che il sottosegretario Faraone aiuti questo governo, così come Alfano. Considerato anche il fatto che si sono presi i fondi Pac, che io credo debbano essere restituiti… – dice Crocetta – Sempre sulla Formazione vorrei sapere dove trovare i soldi. Visto che nemmeno 150 milioni serviranno per pagare tutti i lavoratori rimasti senza lavoro. Io voglio che questi oltre duemila rimasti senza lavoro vengano assunti. Ma il governo nazionale ci deve dare i soldi”.

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