Lotta alla corruzione versione 2.0: da oggi denunce a portata di click grazie al M5S

Corruzione e malaffare, parte la guerra 2.0 del Movimento 5 stelle .  Da oggi  le denunce  di mazzette e traffici loschi in sanità e nella pubblica amministrazione sono a portata di click e senza la necessità per i cittadini di esporsi più di tanto. Basta compilare un form in rete, anche in maniera anonima, indicare ambito e caratteristiche della vicenda che puzza di marcio e allegare eventuali pezze d’appoggio per fare  scattare tutte le verifiche del caso, accessi agli atti compresi, e, se è il caso, l’intervento della magistratura.

E’ stato presentato oggi alla stampa, nel corso di una conferenza tenuta all’Ars, www.segnalazioni5stelle.it, il sito “antimazzette”  del M5S che da oggi mira a scavare dietro le quinte della pubblica amministrazione e delle sanità, là dove scorre a fiumi il denaro per ungere le pratiche e proliferano le mazzette e i comportamenti illeciti per ottenere appalti o favori. Al sito, che si propone come esperimento pilota in Sicilia, pronto ad essere esteso in tutta Italia, si può accedere anche da www.Sicilia5stelle.it cliccando nel banner in alto.

E’ un po’ la nostra risposta – ha  detto la deputata alla Camera Giulia Di Vita –  all’inazione della Regione, che inconcepibilmente ha evitato di costituirsi  parte civile contro un suo funzionario, perché ‘le mazzette non costituiscono un fattore di particolare allarme sociale’. Per noi, invece, l’allarme c’è, ed è enorme. Anzi non mi pare di essere l’unica a definire la corruzione uno dei cancri della nostra società”.

Il sito ‘anticorruzione’ è una ‘coproduzione’ Camera ed Ars. E nei pronostici della vigilia dovrebbe produrre frutti abbondanti, a differenza di quelli messi in pista dalle amministrazioni pubbliche “che sono dei bluff o poco più’.

Non mi pare, infatti, – ha detto la Di Vita – che quei pochi che ci sono abbiano fatto sconquassi. Il motivo è molto semplice. La gente non si fida del pubblico, mentre noi siamo visti  come coloro che vogliono smantellare il marcio e i sistemi incancreniti e per questo ci viene  accordata fiducia. Non c’è banchetto o occasione di confronto in cui la gente non voglia metterci al corrente di qualcosa di strano o di losco. Ebbene ora il mezzo c’è, si faccia sotto”.

Assieme alla Di Vita alla conferenza stampa hanno partecipato la deputata alla Camera Gulia Grillo, il deputato all’Ars Stefano Zito, Davide Del  Monte, direttore di Transparency International-Italia ed il magistrato Ferdinando Imposimato, che ha lodato l’importante inziativa che “va supportata per combattere la corruzione, che è una tassa occulta che paga il cittadino, che si vede privato di risorse imporanti per servizi e opere pubbliche”. “Finora – ha detto Imposimato  – si sono fatte leggi propaganda, ma di concreto non si è fatto nulla, anzi quando si è operato lo si è fatto per peggiorare la situazione, come nel caso della legge Severino, dove le pene per la concussione fraudolenta sono state ridotte da 12 a 8 anni”.

Per il magistrato è imprescindibile fare qualcosa dal punto di vista legislativo per cambiare le cose, visto “che il 95 per cento dei processi finisce in prescrizione”.

L’idea dei sito-sentinella era nata in origine per contrastare la corruzione in Sanità, che ingoia grossissime  fette di denaro pubblico

Gli ultimi episodi di cronaca e gli ultimi arresti in Sicilia – dice Stefano Zito ci hanno convinto ad allargare il campo d’azione. La corruzione non è solo di tipo macro, come quella relativa alla spesa farmaceutica, ma è anche micro e si estrinseca nel dipendente infedele che chiede un telefonino nuovo o nella banconota da 100 euro per velocizzare una pratica. La corruzione potrebbe annidarsi anche nella mancata trasparenza delle pubbliche amministrazioni, nei bandi scritti male o cuciti su misura”.

I  numeri – ha proseguito Zito – stanno diventando impressionanti, come testimonia un recente studio realizzato dall’università di Goteborg che vede la Sicilia quasi in fondo (148° posto su 172 regioni) in una classifica che piazza più in basso chi registra più episodi di corruzione”. Secondo lo stesso studio ancora peggiore la situazione in sanità (159° posto su 172).

Anche il direttore di Transparency International- Italia, Davide Del Monte, ha salutato con piacere l’iniziativa, che potrebbe spingere i cittadini alla denuncia, visto che la propensione a farlo in Sicilia non sembra spiccata.

“Per una nostra recente iniziativa in tal senso – ha detto – sono arrivate 40 denunce. Nessuna dalla Sicilia. Probabilmente la vicinanza del Movimento al territorio, dove Trasparency probabilmente è poco conosciuta, potrebbe innescare meccanismi diversi e incentivare le segnalazioni”.

Ad ostacolare le denunce di episodi di corruzione è una questione culturale, ma anche la paura che delle ritorsioni, o addirittura del licenziamento.

I medici – ha affermato Giulia Grillo – sono imbavagliati addirittura da norme contrattuali che li espongono a  pesanti provvedimenti disciplinari che possono arrivare anche a licenziamento. Mi riferisco ai punti B e C del comma 8 dell’articolo 5 del contratto collettivo nazionale per le professioni mediche e veterinarie, che condanna le diffamazioni verso il pubblico. Dove per diffamazione può essere facilmente intesa la denuncia di un episodio corruttivo o di mala gestio all’interno dell’azienda sanitaria”.

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