MAFIA – Confiscati i beni dell’imprenditore Vito Tarantolo

Confisca di beni in Sicilia effettuata dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani: colpito il patrimonio dell’imprenditore Vito Tarantolo, ritenuto contiguo a Cosa Nostra. Il provvedimento riguarda beni per circa 20 milioni di euro ed e’ stato emesso al termine del procedimento avviato nel 2012 con il sequestro. L’indagine patrimoniale, condotta dalla divisione anticrimine della questura di Trapani e dalla Guardia di finanza, ha riguardato l’attivita’ dell’imprenditore che, nonostante il suo arrestato nel 1998 nell’ambito dell’operazione “Rino 2”, sarebbe rimasto “in contatto con i diversi capisaldi dell’organizzazione mafiosa trapanese e palermitana, da Francesco Pace, capo mafia trapanese succeduto a Virga, a Matteo Messina Denaro sino ai Lo Piccolo”. Per lui gia’ a gennaio di quest’anno il sostituto della Procura di Trapani, con delega della Dda di Palermo, Andrea Tarondo aveva chiesto l’applicazione della sorveglianza speciale oltre che la misura finanziaria. Nella confisca e’ rientrato il patrimonio della Cogeta, societa’ in cui Taratolo formlamente non figura ma considerata a lui riconducibile. La societa’ oltre ad aver acquisito gli appalti pubblici per il rifacimento del porto di Castellammare del Golfo e per la riqualificazione urbana di Montemaggiore Belsito (Palermo) aveva ottenuto un appalto per dei cantieri aperti a Parma. Non sono stati confiscati alcuni immobili, tra cui una villa a Favignana.

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