MILANO – Uccise il vigile urbano Niccolò Savarino, pena lieve 15 anni al rom:”in casa era abituato ai reati”

I giudici del Tribunale per i Minorenni di Milano hanno depositato le motivazioni, che hanno portato alla condanna del nomade, Remi Nikolic, a 15 anni di carcere, undici in meno dalla richiesta avanzata dal pubblico ministero. Le attenuanti generiche concesse al giovane rom, che il 12 gennaio dell’anno scorso, alla guida di un Suv uccise il vigile urbano Niccolò Savarino, di Campobello di Licata, sono state applicate sulla base del contesto di vita familiare,  caratterizzato dalla commissione di illeciti da parte degli adulti di riferimento nel quale è cresciuto il ragazzo . Riconosciute le attenuanti anche per  i precedenti penali non particolarmente gravi, un tentato furto in abitazione e una guida senza patente, la totale assenza di scolarizzazione, l’intensità e la tipologia del dolo, nel caso di specie sia d’impeto, e la natura di dolo eventuale . I giudici, però, chiariscono anche che le attenuanti generiche non possono essere concesse  nella loro massima estensione  a causa della  freddezza mostrata immediatamente dopo aver commesso il reato, la fuga, le reticenze e le mendacità.  E’ a dir poco sorprendente la giustificazione con cui sono state date le attenuanti al rom che ha brutalmente ucciso Niccolò , è stato il commento dalla famiglia della vittima, condivisa in pieno dai colleghi di lavoro e dal Comune di Milano, dove il campobellese prestava servizio. L’agente Savarino, 42 anni, mentre stava effettuando un normale servizio di controllo in un parcheggio in via Varè, nei pressi di piazza Bausan, in zona Bovisa, venne travolto dal Suv guidato dal nomade e il suo corpo fu trascinato dalla macchina per 200 metri.

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