Palazzi: “Retrocessione e -5” Pulvirenti: “Con il calcio ho chiuso”

Il pm federale Stefano Palazzi ha chiesto per il Catania la retrocessione in Lega Pro con una penalizzazione di 5 punti nella stagione 2015/2016 e 5 anni di inibizione per Pulvirenti. “La collaborazione è sempre rarissima e per questo merita una particolare valutazione premiale”, ha detto il pm della Figc in relazioni alle confessioni dell’ex presidente rossazzurro, sotto processo a Roma.

Per quanto riguarda gli altri deferiti, stralciato l’agente di calciatori Michele Arbotti, mentre per l’ex ad del Catania, Pablo Cosentino e il dirigente Piero Di Luzio la richiesta di Palazzi è di 5 anni di inibizione più preclusione e tre anni di inibizione in continuazione con un’ammenda di 60 mila euro.

Dopo il dibattimento, il tribunale federale nazionale presieduto da Sergio Artico si è ritirato in camera di consiglio, la sentenza è attesa tra domani sera e venerdì.

“LASCIO TUTTO”. “Era la mia prima volta e anche l’ultima perché esco definitivamente da questo mondo”, ha detto Pulvirenti al termine dell’udienza. “Ho messo tutto in mano a un avvocato. Non farò più il proprietario del club. Richieste leggere? Ho collaborato sin dall’inizio. Evidentemente il procuratore Palazzi ha ritenuto questo atteggiamento congruo, ma io con questo chiudo col calcio”

L’ex presidente è amareggiato: “Ho fatto i nomi di altri giocatori e situazioni che sono coperte da segreto, il procuratore deve fare ulteriori indagini. Il Catania sopravvive? Aspettiamo la sentenza. Il Catania esce da una situazione per colpa mia. Non so alla fine se ha beneficiato di qualcosa, il tempo lo dirà. Io ero in una situazione dove sono stato pesantemente minacciato, a Catania non è semplice. Mi sono stati recapitati dei proiettili con delle minacce di morte a me e alla mia famiglia. Ho fatto un errore, dovevo essere più forte”.

IL CASO CATANIA. Pulvirenti e il club etneo sono sul banco degli imputati per rispondere di responsabilità diretta nelle presunte combine di ben 6 partite dello scorso campionato di B: Catania-Avellino, Varese-Catania, Catania-Trapani, Latina-Catania, Catania-Ternana e Catania-Livorno. Con il patron rossazzurro, imputati anche l’ex ad, Pablo Cosentino, il collaboratore Piero Di Lazio e l’agente Fifa, Fernando Arbotti.

L’obiettivo dei legali di Pulvirenti, Lattanzi e Grasso e dell’avvocato del Catania, Eduardo Chiacchio, è quello di scongiurare una stangata come sarebbe quella di una retrocessione d’ufficio in Serie D.

Per evitare il doppio salto all’indietro, Pulvirenti ha confessato, ammettendo le sue responsabilità e confermando i nomi dei tesserati delle altre squadre coinvolti (che verranno processati in futuro), ma in cambio dal Tribunale Federale Nazionale della Figc, presieduto da Sergio Artico, si aspetta l’ok al patteggiamento. Si parla di cinque anni (evitata dunque la radiazione) e l’iscrizione del club etneo in Lega Pro, con una forte penalizzazione. Se i giudici dovessero accettare, il processo si sgonfierebbe subito e l’Entella potrebbe considerarsi ripescato da subito. In caso contrario, si aprirebbero molteplici scenari e si andrebbe al secondo grado previsto attorno al 22 agosto.

DASPO. Intanto il questore Marcello Cardona che ha firmato il Daspo per Antonino Pulvirenti e l’ex ad Pablo Cosentino. Stadi e manifestazioni calcistiche vietate per 5 anni a carico dei due ex dirigenti indagati. Accertamenti sono stati eseguiti da Divisione anticrimine e Digos.

Il questore di Catania ha anche avviato il procedimento amministrativo propedeutico all’emissione di un analogo provvedimento di Daspo per altri cinque indagati, che sono tuttora agli arresti domiciliari: Fernando Antonio Arbotti, Daniele Delli Carri, Piero Di Luzio, Giovanni Luca Impellizzeri e Fabrizio Milozzi.

RISCHIO SICUREZZA. Il questore Marcello Cardona ha spiegato che “il provvedimento interdittivo trova pieno fondamento nel reato di associazione per delinquere finalizzata alle frodi sportive” che è stato contestato agli indagati dalla procura della Repubblica di Catania. Il divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive per Pulvirenti e Cosentino è stato emesso anche perché, è stato sottolineato, “si è registrato a livello mediatico un imponente e preoccupante coinvolgimento di persone sfociato il 20 giugno scorso in una manifestazione di protesta alla quale hanno partecipato 2.500 persone che scandivano cori e slogan contro Pulvirenti e altri dirigenti del Calcio Catania”.

Proprio alla luce del diffuso malcontento registrato nella tifoseria locale, sottolineano dalla questura di Catania, si ritiene che la semplice presenza di Pulvirenti negli impianti sportivi dove gioca la squadra etnea “possa rappresentare un concreto pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica”. Il Daspo, si ribadisce quindi, “è emesso per preservare Pulvirenti, Cosentino e tutti gli altri soggetti coinvolti nella vicenda giudiziaria da concreti rischi per la propria incolumità”.

“PENA ECCESSIVA”. “Vedremo di fare ricorso, mi sembra una pena eccessiva. Di solito viene dato in caso di atteggiamenti violenti, non credo di aver usato violenza contro nessuno. Io il Daspo già me lo sono dato da solo perché non assisterò più alle partite nemmeno da spettatore”, commenta Pulvirenti.

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